PSICOLOGIA logica, due più due fa quattro, un bambino ha bisogno della mamma. E del papà.
Esiste anche una psicologia saggia, una psicologia intelligente, una psicologia scientifica. La teoria dell’attaccamento di Bowlby ne è l’esempio più grande. Usiamo le parole teoria dell’attaccamento perché con queste parole è nata e con queste parole è conosciuta, ma in realtà non è più una teoria è una certezza. La certezza ci è data dalle neuroscienze. Bowlby visitò gli orfanotrofi dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ce n’erano di tutti i tipi. C’erano orfanotrofi terrificanti dove gli scarafaggi erano più grossi dei sorci e i sorci erano più grossi dei bambini. Esistevano anche orfanotrofi onestamente molto più decorosi dove sia i sorci che gli scarafaggi erano stati sterminati e dove al bambino veniva assicurato un quantitativo di cibo e di igiene decorosamente sufficiente alla sua sopravvivenza. Non era possibile però dargli affetto, cullarlo, cantargli ninna nanne. Grazie a questo secondo tipo di orfanotrofi Bowlby si rese conto del dolore lacerante del bambino non amato, anche se correttamente accudito. I deficit affettivi e cognitivi del bimbo non amato, non dipendono dalla mancanza di accudimento fisico, ma dalla mancanza di affetto. Bowlby scrisse quindi la sua teoria sull’importanza enorme del rapporto con la madre. In seguito le femministe protestarono e nelle facoltà di psicologia adesso le teorie di Bowlby sono spiegate sostituendo la parola madre con l’acronimo fda vale a dire figura di attaccamento. Fda è qualcosa di generico, quindi sbagliato. Fda può essere l’infermiera dell’orfanotrofio, può essere il padre, può essere il nonno, può essere la zia, può essere il tizio che convive con un altro tizio e che ha ordinato la gravidanza in Messico. Bowlby era un uomo perbene e nel suo imperdibile testo “Attaccamento e perdita” parla della madre. Parla dell’attaccamento del bambino alla mamma. Quando il bambino nasce ha una sola competenza: un pianto disperato con cui attirerà l’attenzione di qualcuno che lo prende in braccio, lo culla e lo nutre. La mamma è dotata di mammelle: le mammelle sono due organi che, dopo la nascita del bambino, secernono latte. Non è dotata di mammelle secernenti latte l’infermiera dell’orfanotrofio, non è dotato di mammelle secernenti latte il padre, non è dotata di mammelle secernenti latte la nonna, la zia e meno che mai il tizio che convive con un altro tizio e che ha ordinato la gravidanza del bambino in Messico. Anche la tizia che non potendo o non volendo portare una gravidanza ha ordinato il bambino in Messico non è dotata di mammelle secernenti latte. Il bambino vuole la sua mamma. Vuole la donna che ha portato la gravidanza , di cui ha imparato a riconoscere la voce già al quinto mese di vita intrauterina e che ha le mammelle che potrebbero anche nutrirlo. La perdita della mamma è una ferita primaria. L’attaccamento alla mamma è la base su cui si basa tutta l’evoluzione del bambino. Il padre è la persona che ha l’altissimo compito, un compito biologico, per questo altissimo, di proteggere la diade madre-bambino nei primi anni di vita quando il bambino è attaccato a mamma e senza la sua presenza non sarebbe nemmeno in grado di sopravvivere (ricordiamo che in natura il latte in polvere non esiste) e poi ha lo straordinario compito di rompere questo rapporto madre-bambino evitando che diventi simbiotico, cosa che impedirebbe al bambino di crescere. Il padre interviene con la sua forza, spesso più scanzonato della madre. Il padre spinge al coraggio. Il padre insegna a andare in bicicletta. Insegna a giocare al calcio. Il padre insegna al bambino ad essere uomo e alla bambina a innamorarsi di un uomo. La teoria di Bowlby è stata quindi una teoria formulata da un uomo buono, da un uomo perbene, dotato di intelligenza e buonsenso. Bowlby non ha fatto psicologia sperimentale: non ha reso infelici i bambini per studiarne l’infelicità. Bowlby ha visitato gli orfanotrofi, e ha sentito dentro di sé il dolore senza speranza del bambino senza mamma, il dolore della ferita aperta su cui nessuno sta versando medicamenti. Qualcosa di simile a quello che ha visto Bowlby lo abbiamo visto noi quando nell’Ottantotto crollò il Muro di Berlino e affiorò alla luce della cronaca la situazione degli orfanotrofi d’Oltrecortina, in particolare di quelli sovietici e rumeni. I deficit emotivi e cognitivi di questi bambini erano apocalittici. La teoria dell’attaccamento di Bowlby spiega come se il bambino si sente non amato, se il padre e la madre che lo accudiscono sono distratti, tutto il sistema psichico del bambino ne soffre. La conseguenza della teoria dell’attaccamento di Bowlby è molto semplice. Il bambino è programmato per avere un padre e una madre che si chinino amorevolmente su di lui e non si massacrino tra di loro. La conseguenza della teoria dell’attaccamento è semplicemente questa: se il padre e la madre non amano il bambino e/o se si odiano tra di loro la situazione psichica del bambino diventa estremamente fragile. Sulla teoria di Bowlby che, ripeto, chiamiamo “teoria” perché così è nota al mondo, ma in realtà è una certezza, si sovrappongono le teorie sul disturbo post traumatico da stress che chiamiamo teorie tanto per dire perché anche queste sono certezze, studiate dalle neuro immagini: la tomografia funzionale del cervello, la tomografia a emissione di positroni e la risonanza magnetica funzionale, l’elettroencefalogramma multicanale.
Non solo la statistica ma anche il neuroimaging, cioè le tecniche di visualizzazione del funzionamento del cervello, raccontano i disastri di quello che in inglese chiamano family disengaged. La disgregazione della famiglia è un maltrattamento. Il maltrattamento familiare causa danni concreti, reali, visibili e misurabili. L’insulto verbale: tu sei un idiota oppure sei un idiota come tuo padre, dà un danno evidenziabile sull’area uditiva primaria. L’abuso verbale da parte della madre dà un danno più grave. I maltrattamenti fisici sistematici causano un iperfunzionamento, una sovrastimolazione dell’amigdala, una piccola parte del cervello così detta perché ha la forma di una mandorla. La sovrastimolazione dell’amigdala può essere dimostrata perché ne aumenta la densità e le neuroimmagini la vedono. Il maltrattamento infantile diminuisce la possibilità di affrontare un trauma successivo. La violenza subita diminuisce la connettività fra le varie regioni cerebrali. Questa disconnessione è direttamente proporzionale alla disconnessione familiare. Il bambino maltrattato ha una secrezione basale dell’ormone cortisolo alta e quindi un malfunzionamento della parte del cervello che si chiama sistema limbico. La tecnica migliore per risolvere tutto questo è una tecnica psicofisica basata sui movimento culare, EMDR. E ora torniamo daccapo. Tutto questo, la psicologia di Bowlby, quella che ha un senso, non dovrebbe essere spiegata a tutti? E quindi non dovrebbe essere chiaro che la separazione e il divorzio sono sempre un danno per i figli di proporzioni incalcolabili? Per un bambino è un trauma sentire insultare il proprio genitore. Per un bambino è un dolore sentire i genitori che si dilaniano. Solo i deficienti sposano i cretini. Quando un coniuge urla all’altro coniuge che è una persona senza valore il figlio ricava la desolante informazioni di essere figlio di due genitori senza valore. Non è possibile essere un pessimo coniuge e un buon genitore. Se un uomo rende disperata sua moglie, è evidente, Bowlby lo spiega con chiarezza, che la disperazione della moglie scolerà sui figli. Se una donna destabilizza e disprezza il marito, tutto questo finirà sui figli. La separazione e il divorzio sono una catastrofe. Sono uno dei tanti diritti ignobili conquistati. Molti ripetono sempre la solita frase “meglio due genitori separati di due genitori che litigano sempre”. La separazione e il divorzio non diminuiscono i litigi: li esasperano. Sapendo che esiste la possibilità di andarsene, i litigi fiondano verso l’alto. Inoltre si creano nelle separazioni situazioni di puntiglio che diventano mortali. Tutto questo finisce sui figli. Esiste una psicologia scientifica, quella che sfrutta le immagini: stiamo scoprendo il funzionamento delle varie parti del cervello e grazie a queste tecniche possiamo anche verificare che cosa funziona, che cosa può aiutare il paziente. Se un bambino nasce da un uomo e una donna è evidente che il suo destino biologico è di essere allevato dal babbo e dalla mamma, e se questo destino è violato una parte della sua psiche deraglierà. Se questo bambino ha avuto il dolore di perdere la sua famiglia, questa è una ferita primaria. Nessuno si inventi che è qualcosa di diverso. Meravigliosi genitori adottivi cercano di sanare questa ferita, ma questa ferita c’è: ogni genitore adottivo ve lo potrà confermare. Che questa ferita sia fatta apposta, è una ferita intollerabile. Quando state per insultare il vostro coniuge immaginatevi con un martello in mano che martellate sulle parti più delicate del cervello dei vostri figli. Per un figlio assistere alla rissa fisica tra i genitori è più grave che essere picchiato. Un uomo che spezza volontariamente il legame madre e figlio, avendo acquistato il bambino venduto da una madre che ha portato la gravidanza per altri, gli sta imponendo una ferita primaria.