Psicologia e altri disastri
Del piccolo Alberto abbiamo non solo una foto, ma anche un video: digitate il suo nome Little Albert e lo troverete. Il nome è fasullo, per motivi di privacy, ma la storia del piccolo Albert è vera. Un bel caso di psicologia sperimentale. È entusiasmante leggere gli articoli originali sulla sua storia: come gli autori completamente liberi da qualsiasi vincolo etico, l’etica è sempre una noia, potessero respirare un’aria potente dove tutto era possibile in nome della scienza. Il fatto che la psicologia, contrariamente alla chirurgia, non versi sangue, almeno non immediatamente, può spingere le persone a un’ingenua e folle idea che si tratti di qualcosa di innocuo. La psicologia fa morti e feriti. L’esperimento del piccolo Albert fu fatto dallo psicologo Watson. Siamo nel 1920. Il piccolo Albert è ricoverato in ospedale. Non ha padre. Questo è un punto fondamentale, che non ci sia un padre che ti spacchi tutte le ossa che hai se fai male al suo bambino. Il piccolo non ha padre ed è figlio di madre single che lavora nello stesso ospedale. Detto in parole povere se mamma protesta, sarà licenziata. Alberto cresce all’interno dell’ospedale può essere quindi facilmente a disposizione degli sperimentatori. A otto mesi e ventisei giorni Albert è sottoposto al primo test: un suono può causare paura? Uno sperimentatore distrae bambino mentre un altro colpisce una sbarra di ferro con un martello. Un rumore forte, sgradevole. Il bambino all’inizio è solo spaventato poi, però scoppia a piangere: esperimento riuscito. Il suono della sbarra fa piangere il bambino. In seguito al bambino vengono presentati numerosi target, per così dire: topino bianco, coniglietto, cagnolino, scimmietta, alcune maschere, bambagia, giornale infuocato e altro. Il piccolo Alberto bimbetto coraggioso e non ha paura di nessuna di queste cose, ma se mentre gliele si mostra si fa risuonare l’orrendo suono della sbarra, lui ne è terrorizzato e poi il terrore rimane anche davanti all’oggetto senza più il suono della sbarra. Tenete presente che gli esperimenti erano fatti su un bimbo solo, senza la mamma, quindi già con gli ormoni da stress alti. Appena Albert allunga la manina per toccare il topino, o un altro target, di nuovo il rumore della sbarra subito dietro la sua testa. All’inizio il bambino cade solo in avanti, con la faccia nel materasso ma non piange, poi al successivo colpo sulla barra comincia a piagnucolare, e al colpo successivo piange disperato, mentre i colpi continuano. Alla fine piangerà terrorizzato alla sola vista dei target, senza più necessità di colpire la barra. Finalmente bambino perfettamente condizionato appena vede topolino o il cagnolino, o la scimmietta, o la bambagia, o qualsiasi tipo di maschera o il fuoco comincia a piangere e urlare per il dolore. Anche i capelli del ricercatore lo terrorizzano. Dopo circa tre mesi il bambino è terrorizzato da innumerevoli cose. Gli autori concludono genialmente che questo potrebbe condizionare la personalità e quindi corso della vita del bambino. A questo punto pensano cosa potrebbero fare per desensibilizzare il bambino. Purtroppo non hanno ancora scoperto perché la madre si rese conto di cosa stava succedendo, prese il suo bambino, si licenziò e nessuno l’ha più vista. Immaginiamo che il piccolo Alber abbia vissuto una vita tranquilla punteggiata da notevoli fobie e un continuo terrore di cose innocue, immagino quanto lo abbiano sfottuto a scuola o sotto il militare e mi auguro che non abbia mai scoperto il potere dell’alcool sul terrore.
Un altro esperimento brillantemente riuscito dove però le cavie non se la sono passata troppo bene è il cosiddetto ” Monster Study” un esperimento psicologico condotto dal Dr. Wendell Johnson e Mary Tudor su 22 bambini orfani nel 1939.
Dati gli standard etici estremamente bassi dello studio, i suoi risultati non furono mai pubblicati, poiché Johnson temeva che sarebbe stato paragonato a numerosi esperimenti condotti dal regime nazista. Quindi è stato completamente inutile.
La teoria da dimostrare è che se si ripete a un bambino che è balbuziente, lui lo diventa. L’esperimento riuscì, i bambini divennero balbuzienti.
Piccoli orfani sono stati reclutati per partecipare allo studio di Johnson. Sono stati divisi in due gruppi: balbuzienti e non balbuzienti.
Ai bambini che avevano effettivamente avuto una balbuzie, è stato detto che erano perfettamente sani; mentre agli altri, che erano privi di balbuzie, è stato detto che avevano bisogno di una severa logopedia per correggere la loro “balbuzie”.
Fu loro detto che avevano grossi problemi di parola, fu loro ingiunto di fermarsi immediatamente appena non trovavano la parola, fu loro ingiunto di tacere se non erano certissimi di parlare bene e furono duramente derisi e ripresi per ogni piccolo errore vero o anche immaginario. Cinque bambini su sei svilupparono una balbuzie, peccato che poi gli sperimentatori non furono in grado di curarla.
Nel 2007, sette dei bambini orfani originari hanno ricevuto 1,2 milioni di dollari in compenso per il trauma emotivo causato dall’esperimento di Johnson.
Gli altri non erano arrivati vivi a questa data. Ci domandiamo quanti lavori avevano perso per una balbuzie, se qualcuno di loro è diventato alcolizzato, quanti non hanno osato proporsi alla donna che veramente amavano. I nostri complimenti agli sperimentatori.
Nel 1961 avvenne l’esperimento di Milgram, che fu fatto su adulti consenzienti e onestamente questo che lo rende più simpatico, ma anche qui l’esperimento riuscito ma le cavie qualche danno da noi portato, le cavie e i loro parenti di primo grado, specie se conviventi. L’esperimento apparentemente consisteva nello studiare gli effetti del dolore sulla memoria. I volontari erano divisi in due gruppi: il gruppo a cercava di memorizzare delle parole, è il gruppo B lo puniva con scosse elettriche progressivamente ingravescente nel caso di errore. L’esperimento in realtà era sulla tendenza a eseguire supinamente gli ordini anche se clamorosamente criminali. L’esperimento era una burla: nessuna vera scossa elettrica fu somministrata. I riceventi, quelli che sbagliava le parole, erano attori che simulavano il dolore della scossa sempre più grande. L’esperimento mise in luce alcuni utili informazioni che peraltro avevamo già prima, anche se forse non proprio così a fuoco. Si scoprì che una parte della gente esegue gli ordini e un’altra no. Si scoprì che quando ci sentiamo in colpa tendiamo a criminalizzare la vittima, non sono io che sono cattivo, è lui che mi pare queste stupire parole. Insisto: erano tutte cose che sapevamo già. . Il punto fondamentale però è un altro. Molte delle persone che parteciparono esperimento di Milgram divennero peggiori. Il cervello umano è basato sulle abitudini. Su cosa sono stati basati il nazismo il comunismo tutte le altre dittature dove gente normale e diventata terribilmente violenta e criminale. Il cervello umano è basato su abitudini. A causa dell’esperimento molti uomini molte persone hanno scoperto la gioia del sadismo:, si sono abituati a infliggere dolore, si sono abituati alla terrificante sensazione che da avere un altro pugno. I nostri antenati, gente che aveva due gambe due braccia come noi, andava a vedere i cristiani torturati e bruciati al Colosseo. Grazie all’ esperimento persone che non avevano mai assaggiato l’ignobile affascinante calice dell’arbitrio, lo hanno trovato dannatamente piacevole.
Nessuno pensi che la psicologia sia neutra. Non lo è mai. La psicologia sperimentale ha fatto disastri, ma la psicologia è sempre sperimentale, è sempre un esperimento e , soprattutto, osservando un fenomeno, per il solo fatto di osservarlo, lo si modifica. Nulla in psicologia è mai stato o può essere neutro.
Prendiamo nota che fare disastri è più facile che ripararli, distruggere è sempre facile, riparare non sempre è possibile. Chi distrugge la mente di un bambino, chi istilla il terrore o la disabilità in un bambino, chi instilla la crudeltà in un uomo non è uno scienziato. È un criminale.
San Michele Arcangelo, San Giorgio, proteggeteci dalla psicologia sperimentale.