Pedofilia
Pedofilia vuol semplicemente dire: attratto eroticamente dai bambini. Sempre è una conseguenza di
una ferita dell’io, per cui non si tollera lo sguardo di un adulto e si fantastica sul bambino su cui,
sempre, si può esercitare potere, cui sempre si può ispirare paura e soprattutto il bambino si può
sporcare. Distinguiamo perciò il pedofilo, attratto eroticamente dai minori che non agisce nulla,
spesso devastato da questa attrazione, che combatte valorosamente, e poi abbiamo l’orco, che
agisce. Guardare pedopornografia vuol dire essere orchi, perché i bambini qualcuno li ha toccati,
qualcuno li ha profanati. Anche il teorico della pedofilia è un orco, Anche nell’ipotesi non abbia mai
toccato nessuno, perché ha spinto altri a farlo levando l’unica barriera che protegge il bambino: la
colpa. Il vietato vietare ha generato mostri, fiumi di orchi e siamo a corto di macine da appendere
loro al collo come prescrive il Vangelo, che è un libro durissimo, ora ridotto a miele e zucchero
filato. Si è appena scatenato il caso Matzneff, l’ennesimo prodotto del Sessantotto teorico della
pedofilia, intesa come attrazione erotica per un minore, ed entusiasticamente coinvolto in
innumerevoli abusi su minori. Alcuni di questi abusi si sono svolti in Tailandia, dove il nostro eroe è
stato un utente dei bordelli specializzati in bambine, quindi l’immane scempiaggine del nostro eroe
che ha sempre dichiarato che c’era il consenso, qui non può nemmeno essere invocata. Se in
Tailandia una bambina rifiuta il cliente le levano la pelle. Tutte le volte che guardo la faccia di
questo tizio mi viene sempre in mente il suo pene che penetra nella vagina fortunatamente elastica
di una bambina oppure nella cavità anorettale sfortunatamente non elastica della stessa bambina
oppure di un maschietto coetaneo causando lesioni che potrebbero portare l’incontinenza. Il
Sessantotto ha amato appassionatamemte la pedofilia, come ovvio, per un movimento anticristiano.
Una delle più bizzarre affermazioni della sempre più spumeggiante e sempre più nuova Chiesa 3.0 è
che la Chiesa deve adattarsi ai tempi. La Chiesa non si è mai adattata ai tempi. La Chiesa è sempre
andata contro i tempi quando è stato necessario. All’epoca di Gesù Cristo il divorzio era normale sia
per Romani che per Ebrei. All’epoca in cui San Paolo scrive che i sodomiti non entreranno nel
regno dei cieli, come imperatore romano c’è Nerone che fece ben due matrimoni same-sex, il
primo dei quali con una persona dotata di pene e testicoli, il secondo con un liberto che aveva fatto
castrare dai suoi chirurghi per renderlo più simile a una donna. Tra i Romani, come tra i Greci
l’abuso del bambino schiavo, o povero era serenamente considerato la norma. Il discorso che fa
Cristo sul fatto che chiunque scandalizzerà uno di questi piccoli meglio sarebbe stato per lui una
macina al collo è un discorso enormemente trasgressivo. Nel Cristianesimo la sessualità è biologica:
serve per creare la vita. È contenuta perciò in un patto fatto davanti a Dio. Nel Cristianesimo la
sessualità è biologica: serve per creare la vita. È contenuta perciò in un patto fatto davanti a Dio.
Nel Cristianesimo come in natura la sessualità perciò è generativa: genera bambini, genera
tenerezza, genera complementarietà. Genera un soccorso continuo. È un amore che genera infiniti
amori: l’amore tra il padre e i figli, e tra i figli e il padre, tra le madri e i figli e i figli e la madre, tra
i fratelli, tra i cugini, tra i nipoti. Il Sessantotto ha slegato l’amore dalla creazione della vita, e
quindi lo ha slegato
anche dall’affettività. La sessualità è diventata un giocattolo. Si è creato un
nuovo ridicolo professionista: il cosiddetto sessuologo. Una volta sganciato dalla riproduzione e
dall’affettività, ridotto a un giocattolo il sesso si può fare con chiunque, purché “consenziente”. Il
consenso del bambino è una pura idiozia, per due ragioni; il cervello del bambino e del
giovanissimo è normalmente molto assertivo. E’ molto facile convincere un bambino, questo è il
motivo per cui ogni regime dittatoriale vuole mettere le mani sui bambini e più piccoli sono e
meglio è. L’indottrinamente di un bambino è molto facile e viene benissimo in secondo luogo,
anche se la cosiddetta rivoluzione sessuale sostiene che il sesso è un semplice strofinio da cui si
ricava piacere, la sessualità serve per generare la vita, quindi la sessualità funziona benissimo solo
quando si ha la maturità per creare la vita. Un ragazzino e una ragazzina impuberi o appena puberi
si divertono poco, fabbricano pochissima ossitocina, e in compenso possono subire grossi danni
anche da un punto di vista meccanico oltre a essere più predisposti al contagio di malattie
sessualmente trasmissibili. Il Sessantotto voleva eliminare la morale sessuale cosiddetta borghese,
in realtà morale sessuale naturale, considerata repressiva, propria di un ordine sociale autoritario.
Tutti i vari maestri e maestrucoli del Sessantotto hanno teorizzato la liberazione de “l’energia
sessuale” e il primo nemico era la Chiesa. Un incredibile branco di intellettuali tutti con una fusione
tra psicoanalisi e marxismo, approdò alla teorizzazione della pedofilia e quindi dell’atto sessuale
pedofilo vezzosamente ribattezzato libertà sessuale del bambino. Bisognava cioè liberare il
bambino, I suoi organi sessuali immaturi, fragili e prepuberi, la sua mente ancora più immatura e
fragile: peccato che senza alcuna eccezione tutto questo generi solamente disastri, la distruzione
gravissima delle persone. Tra i più incredibili zuzzerelloni ci furono i firmatari, tra cui gli esponenti
più in vista della gauche francese, del manifesto pubblicato nel 1977 su Le Monde che chiedeva che
fosse abbassata a dodici anni l’età minima per un consenso ritenuto giuridicamente valido.
Louis Aragon, Roland Barthes, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, André Glucksman, Felix Guattari, Jack Lang, Bernard Kouchner, Jean-Paul Sartre, Philippe Sollers.
Un dodicenne quindi che non è in grado di guidare un motorino dovrebbe essere in grado a un consenso valido per qualcosa che può generare una gravidanza, una malattia sessualmente trasmissibile e dovrebbe essere in grado di gestire tutte le terrificanti ed enormi emozioni anche distruttive che la sessualità genera.
Il Sessantotto ha anche cominciato il processo di dealfabetizzazione del mondo occidentale. In termini più crudi si potrebbe parlare di rincoglionimento. E’ sufficiente non solo ascoltare, ma anche
semplicemente guardare in faccia cantanti come Sfera Ebbasta oppure tale Junior Cally per renderci
conto che noi, che siamo stati il popolo di Verdi e di Rossini, grazie al Sessantotto, siamo diventati
un popolo di deficienti. Il Sessantotto volle abolire il concetto stesso di educazione considerato
autoritario e in molte scuole furono commessi abusi sessuali su bimbetti, proprio piccolini, come
per esempio fece Daniel Cohn-Bendit che faceva il maestro di asilo, e qui arriviamo a un punto che non sempre è stato messo a fuoco sul pedofilo, soprattutto sul pedofilo carino, quello con libri pubblicati, editori. Perché ci sia una pedofilia di qualità occorrono tre cose primo il vietato vietare. Dove non c’è il Sessantotto la pedofilia esiste, certo, ma è nascosta, si vergogna, non fa manifesti. Chi è che abusa il babino? Una mezzasega. Questa regola non conosce eccezione è uno che se la fa nelle mutande alla sola idea d’incontrare da pari lo sguardo di un adulto; è uno che adora il vietato vietare perché, essendo una mezzasega, non ha capacità di autodisciplina e quindi spaccia la disciplina per arbitrio.
Il secondo punto è l’abbattimento dei padri: i padri devono essere stati allontanati. Quello che vuole
mettere le mani sul bambino ha una capacità quasi sovrumana, che ha perfezionato negli anni
rendendola addirittura raffinata , di identificare il bambino senza padre. Il padre semplicemente non
c’è, se ne è andato per i fatti suoi a cercare nuove avventure oppure è stato allontanato da una madre
che lo ritiene inutile, oppure esiste, ma non ha diritto di parola. Dove non c’è il padre, dove non c’è
il suo testosterone, dove non c’è la sua potenza, dove non c’è la sua forza fisica il bambino è
vulnerabile, sia perché il padre non lo difende, sia perché la sua assenza o svalutazione spinge il
bambino verso una figura qualunque che gli dia l’illusione di accoglierlo. Quello che vuole mettere
le mani sul bambino attaccherà la famiglia, fatà tutto quello che può per disruggerla. Divorzio, aborto, femminismo, odio delle donne per gli uomini e, se possibile, viceversa, sono tutte sue battaglie.
Il terzo punto del pedofilo, che fa comunque parte inevitabile del pacchetto base, è la necessità che il bambino resti analfabeta, un piccolo schiavo manipolabile che poi quando crescerà magari metterà al mondo altri piccoli schiavi manipolabili: il capostipite degli orchi colti è Jean Jacques Rousseau, che odiava l’educazione, che usava prostitue di nove anni, che ha scritto che odiava la scuola e odiava i libri. Poi arrivano gli altri orchi eroici Ronald Barthes e Cohn-Bendit, tutta gente che ha
predicato contro il terribile arbitrio
di insegnargli il greco e il latino. La domanda è come è possibile che una civiltà abbia permesso a
questi cialtroni di diventare maestri del pensiero?