Com’è cominciata? Con i cani.
Il più famoso boia dell’Isis è tale John il Boia, Mohamed Vattelappesca, pare sia defunto nel 2015.
Era uno di quelli più fotogenici e carismatici, uno che potremmo definire in gran pezzo di figliolo,
elemento fondamentale, nella guerra mediatica: è stato immortalato innumerevoli volte mentre
grande, grosso e nero ammazzava un qualche poveraccio in tuta arancione, faccia piena di
ecchimosi e mani legate dietro la schiena. Ci informano un tizio laureatosi in informatica
all’Università di Westminster, che si trova in Gran Bretagna e non i Sudan e nemmeno in Arabia
Saudita. Questo ci permette di saltare a piè pari la solita idiozia sul terrore e l’integralismo come
unica e ultima risorsa dei dannati della terra, e cominciare a chiedersi che accidenti insegnino
all’università di Westminster e che cosa si insegni in Gran Bretagna. In un momento in cui le
persone vengono trucidate, rapite, tenute in ostaggio e stuprate può sembrare abbastanza imbecille
parlare di cani, ma forse non lo è così tanto.
Risalgono già a circa 10 anni, notizie provenienti dalla Gran Bretagna da cui esce John boia,
Mohamed qualchecosa, riguardanti cani, da cui possiamo comprendere come il territorio sia stato
ceduto, come l’arbitrio regni incontrastato. I
l 22 giugno del 2010, il giornale inglese
The
Telegraph
denuncia per la prima volta che nella multiculturale Londra ad una donna era stato
vietato di salire con la sua cagnolina su ben due autobus: la prima volta perché l’autista le aveva
detto che a bordo c’era una passeggera musulmana che forse avrebbe potuto essere turbata dalla
presenza dell’animale, la seconda perché l’autista stesso le ha detto di essere musulmano. Sempre a
Londra, questa è la parte più divertente, sempre nel 2010, sono emersi addirittura diversi casi di
persone non vedenti che non hanno potuto salire su bus e taxi, perché accompagnate da cani. O il
conducente o passeggeri si sono messi a urlare. Voi immaginate di avere già avuto la discutibile
fortuna di essere cieco: il politicamente corretto vieta l’uso di cieco a favore di non vedente, perché
il politicamente corretto è terrorizzato dall’idea stessa del dolore e quindi come un bimbo demente
cerca di cancellarlo. Noi che abbiamo letto l’Iliade del cieco Omero e che abbiamo letto nei Vangeli
che Gesù ridà la vista ai ciechi, riteniamo che nella parola cieco sia corretta e degna e che altrettanto
degno dia fare tutto quello che possiamo perché chi non ha la vista sia favorito in ogni maniera
possibile: i cani che accompagnano i ciechi hanno diritto di ingresso anche dove gli altri si fermano,
e invece no. Se c’è un musulmano a bordo, il cieco può andare al diavolo, in compenso però lo
chiamiamo non vedente che secondo noi è più cortese.
Da allora gli episodi si sono diradati, semplicemente perché i cani sono scomparsi dagli spazi
pubblici, e li conosciamo tramite social: sui media ufficiali nessuna traccia, un po’ come gli stupri di
Colonia, un migliaio di donne stuprate in piazza a capodanno nel 2016, che si scoprì grazie a
Facebook. Il penultimo episodio arrivato agli onori della cronaca
riguarda
prigione
femminile del Surrey, Regno Unito,
le donne di
fede musulmana
saranno dotate di
abiti speciali nel caso in cui vengano sottoposte ai controlli dei cani poliziotto,
una tuta speciale, fornita peraltro anche a chi fa loro visita, una specie di tuta
come quella di chi cura l’ebola e pazienza se il fiuto dei cani ci rimette un po’.
Nel 2018 qualcuno diffuse la notizia che nei quartieri islamici si sgozzassero i
cani, notizia ovviamente falsa, anche per ché per sgozzare qualcuno devi
toccarlo e riempirti del suo sangue, mentre è purtroppo vera quella che
riguarda l’uccisione dei cani mediante avvelenamento, in Gran Bretagna,
Svezia e Germania. Il problema sono i quartieri ormai a maggioranza islamica
che però includono anche cittadini non islamici che possiedono cani.
Che diavolo gli succede a un musulmano se tocca un cane? Va all’inferno per l’eternità? Se il caso
fosse questo ci sarebbero delle ragioni. No, niente di tutto ciò.
Addirittura l’islam permette di tenere cani come animali da compagnia, da caccia o da guardia (vedi il cane dei “sette dormienti” menzionato nella XVIII Sura del Corano, quella della Caverna), ma non dentro casa e tanto meno quanto è il momento della preghiera. Il contatto con il cane infatti mette il musulmano devoto in una condizione di “najasat”, cioè di impossibilità di svolgere i riti religiosi, che altrimenti sono considerati nulli.
Le quattro scuole giuridiche islamiche non sono concordi per quanto riguarda
l’impurità di questo animale: alcuni ritengono impura solo la sua saliva, altri né la saliva né il corpo,
ma dopo essere stati a contatto con un cane, bisogna lavarsi. Tutto qui? Tutto qui.
Dei cittadini inglesi ciechi accompagnati da cani sono stati cacciati da autobus inglesi perché la
presenza del loro cane avrebbe costretto gli islamici presenti a lavarsi le mani prima della preghiera
se fossero stati a contatto con la sua saliva. Si rinuncia alla potenza dei cani poliziotto di sentire
stupefacenti e esplosivi perché altrimenti c’è il rischio che una detenuta islamica debba lavarsi le
mani. Chi ha un cane in un quartiere multietnico metta in conto che possa essere avvelenato.
Perché altrimenti un islamico dovrà lavarsi le mani una volta di più per colpa di un non islamico, e
questo non deve succedere perché altrimenti l’islam sarebbe dominato, mentre l’islam domina e non
può essere dominato (leggetevi il Corano). È una banale questione di potere dove noi abbiamo
calato le braghe ( no, non ci sono termini più eleganti per dirlo, questo è l’unico che renda
veramente l’idea), non avendo capito che quando si cede territorio, poi , per riconquistarlo, ci
vogliono lacrime e sangue, tante lacrime e tanto sangue.
I cani dei ciechi sono permessi sui mezzi pubblici in molti paesi islamici, Turchia e Marocco, ma
sono un problema in Gran Bretagna, Germania e Svezia, perché il punto non sono i cani, ma il
potere. Noi dobbiamo imparare a stare sottomessi, a rispettare noi ogni regola che un islamico
voglia imporci. Come Magdi Cristiano Alam aveva per primo evidenziato (Kamikaze made in
Europe) è l’Europa , i suoi intellettuali, la follia del politicamente corretto sempre alleato col
peggio, stanno radicalizzando lo scontro. La poligamia è vietata in Marocco, permessa in Norvegia.
E torniamo al maledetto boia, che ha decapitato e stuprato, ebbro di follia e odia, rappresentante del
Male. Torniamo a tutti i mascalzoncelli che hanno assassinato persone nelle vie di Londra o sui suoi
ponti, torniamo al gentiluomo che ha assassinato i bambini ebrei della scuola di Tolosa, torniamo
agli impertinenti, chiamati la banda dei barbari che nel 2006 a Parigi hanno ucciso l’ebreo
Ilan Halimi dopo averlo torturato per 21 giorni in un condominio dove tutti hanno finto di non sentire le urla, i gentiluomini che la Bataclan hanno sobriamente assassinato le persone al piano terra, mentre quelle del primo piano hanno avuto diritto a una maggiore creatività, fatta di castrazioni e occhi strappati.
Ognuno di loro è nato in Europa, è stato nutrito e pasciuto su suolo di un’Europa demente che ha
rinunciato in quanto “cattivo” al diritto talmente elementare da essere un dovere, di difendere il
proprio territorio, i propri cittadini, tutti, e in particolare, più degli altri, quelli che necessitano di
ausili speciali perché sono più fragili: i ciechi con i loro cani.
Non abbiamo protetto i ciechi e il loro diritto di avere un cane.
E qui si arriva al punto due: che diavolo di insegna all’Università di Westminster? Ci spiegano i ben
informati che nell’Università di Westminster che, ripeto, non è né in Sudan, né in Arabia, regna
l’islam radicale, e solo dopo che è stato riconosciuto che John boia lo hanno prodotto loro, hanno
bloccato le predicazioni di tale Iman Haitham alHaddad, simpatico lazzarello che sostiene che gli
omossessuali vanno buttati giù da palazzi alti, così si risparmia la corda, che gli ebrei sono figli di
cani e maiali e devono essere sterminati, e così via. Scusate ma come è successo che gente del
genere parli in università inglesi? Perché questi tizi non sono sommersi dalle pernacchie, e arrestati
per istigazione a delinquere, ma girano indisturbati, pagati per le loro conferenze nelle università,
così da “formare” i boia dell’Isis? Il timore di offendere, L’orrore di essere accusati di razzismo.
Quando i nostri figli racconteranno la nostra storia, il come e perché dovranno combattere per
ricuperare i diritti più elementari, ricorderanno i cani per i ciechi come un tassello fondamentale.