Un Rosario per l’Italia
In Europa la religione è sotto attacco. Cioè, no, non la religione in generale: quella cristiana, peggio
se cattolica. Se qualcuno sfiora l’islam, religione di pace e intelligente e che soprattutto ci ama
tanto, non solo è trascinato in tribunale dal Jihad by low, l’assalto all’avversario mediante denunce
per diffamazione e relativi risarcimenti, ma tutto il “mondo civile” solleva il sopracciglio
sprezzante, i giornali lo crocifiggono, i talk show lo lapidano, le università lo cacciano, perché tanto
anche se non lo cacciassero gli studenti gli impedirebbero la parola. È la religione cristiana a essere
sotto attacco. In UK e in Francia è vietato agli impiegati pubblici e a quelli di molte aziende private
di mostrare segni di cristianesimo, una crocetta può causare un licenziamento, lo stesso in Francia.
Un tassista può portare sullo specchietto retrovisore un Rosario buddista, ma non uno cattolico:
discrimina e non è inclusivo. L’uomo politico italiano Buttiglione nel 2004 vide la sua candidatura a
Commissario europeo perché in quanto cattolico non poteva che essere omofobo, l’omofobia
gravissima che potrebbe portare a decisione drastiche e lesive della dignità umana come vietare il
diritto umano dell’utero in affitto, di bambini nati già orfani di padre o di madre, l’uso di dizioni
come genitore 1 e genitore 2 o dell’ultima trovata, la famiglia definita rete formale o informale della
persona: un gioiello di umorismo involontario. I cristiani e i cattolici sono costretti con le loro tasse
a finanziare Pride che come spiega gay.it devono essere osceni perché altrimenti i gay non si
inorgogliscono abbastanza, e purtroppo anche se ai Pride finanziati con denaro pubblico non ci sono
parodie blasfeme di Cristo e della Madonna l’orgoglio gay resta accartocciato. Come gli ebrei nella
Germania hitleriana, i cattolici italiani sono costretti a finanziare con le proprie tasse qualcuno che
irriderà la loro religione: questo è il motivo della mia affermazione sul fatto che i gay sono la nuova
razza ariana. La Pride di Perugia del 2017 l’irrisione della Madonna era sul manifesto ufficiale
dell’imperdibile manifestazione.
Noi bifolchi cattolici integralisti col Rosario in mano abbiamo visto con una certa simpatia il
Rosario nella mano dell’uomo politico Salvini. Che sia un divorziato, non ce ne importa un fico.
Non siamo il suo confessore. Se la vedrà col Padreterno. La libertà dell’Europa è stata salvata a
Vienna il 12 settembre del 1683 da comandanti cristiani che in maggioranza avevano l’amante, e
sono affari del loro confessore, ma che lo stesso hanno salvato noi.
Il cristiano non è quello che fa solo cose giuste, ma che sa cosa è giusto e cosa è sbagliato, anche se
non sempre lo mette in pratica.
Se un uomo politico sventola il Rosario vuol dire che non ci dannerà la vita con le “politiche
inclusive”, ampolloso termine con cui si indica la discriminazione anticattolica e anti famiglia a
favore di islamici e lgbt.
È stato detto che lo ha fatto per guadagnare voti: altro delizioso esempio di umorismo involontario!
Veramente in un’Europa postcristiana, con una incessante propaganda anticristiana condotta con
capillare e continua dedizione dal 95% dei media e degli spettacoli, dove persino la nuova Chiesa
2.0 si diverte a irridere il Rosario facendosi fotografare mentre se lo appende all’orecchio, qualcuno
pensa che mostrare il Rosario serva a fare voti? La Madonna è troppo fuori moda per portare voti:
se digitate il suo nome su google prima arrivano i file sulla cantante, poi i suoi.
Mostrare il Rosario serviva a dichiarare che non saranno più tollerate discriminazioni anti cristiane
finanziate con denaro pubblico, serviva a dichiarare che sarebbe bello creare un Italia dove non
occorre blindare i mercatini di Natale contro il terrorismo islamico, serviva a dichiarare che almeno
il terrorismo islamico lo si può chiamare terrorismo islamico, serviva ad affidare questa Italia sotto
……..
attacco alla Madonna, che aveva già protetto gli Ussari Alati di Polonia alla battaglia di Vienna nel
1683, contro un esercito ottomano di 200000 uomini, magari protegge anche noi. Serve a dichiarare
che continueremo a ricordare Poitiers, Lepanto, Vienna anche se è poco inclusivo.
Gli Ussari Alati di Polonia non erano stinchi di santo, ma dicevano il Rosario. Noi siamo ancora
meno di loro stinchi di santo, ma diciamo il Rosario, che è appunto per i peccatori. Un uomo
politico che sventola il Rosario, si dichiara pronto a contrastare la blasfemia, non solo quella anti
islamica, che tutti i poteri forti stanno eroicamente contrastando, ma anche quella anti cristiana. In
un momento in cui la persecuzione fisica contro i cristiani insanguina il mondo e quella psicologia
paralizza l’occidente, ci sembra notevole.
Noi cattolici integralisti abbiamo trovato interessante che su suolo europeo ci sia un uomo politico
che si dichiara pronto a fermare la blasfemia. Abbiamo deciso di batterci per lui. Angela Ciconte di
Torino ha deciso di lanciare l’iniziativa Un Rosario per Salvini. Ha organizzato un Rosario pubblico
per martedì 10 novembre alle 9 saranno davanti al tribunale di Torino, dove Salvini sarà giudicato
per oltraggio alla Magistratura. Il Rosario è dannatamente poco cool e parecchio fuori moda, le
sardine si sbellicheranno dalle risate, un motivo in più per farlo.
L’oltraggio alla Magistratura è sicuramente un reato gravissimo.
In Italia gli oltraggi a Cristo non sono perseguiti. Il Circolo LGBT il Cassero di Bologna, finanziato
dallo stato in quanto ente morale perché combatte l’omofobia, ha messo in scena la blasfema di una
crocifissione sodomitica, ma la magistratura italiana ha dichiarato che si tratta di arte e non di offesa
alla religione e che fa parte della libertà di espressione. A Livorno nel 2014 è stata esposta
un’”opera d’arte “, Christ piss, costituita da un crocefisso immerso nell’urina dell’autore, tale
Serrano, e di nuovo i magistrati italiani ci hanno spiegato che non era un insulto alla nostra
religione, come noi cafoni bifolchi avevamo pensato, ma un’opera d’arte che rientra nella libertà di
espressione, e che siamo noi cafoni che manchiamo di senso dell’umorismo. Dell’immacolata
sovversione e dell’immacolata contraccezione, rispettivamente del collettivo Non una di meno e dei
collettivi studenteschi di Bologna, non parliamo nemmeno.
Deduciamo che l’oltraggio alla magistratura è perseguito mentre quello a Cristo non lo è perché la
magistratura, evidentemente, vale di più.
Del valore sublime della Magistratura Italiana, della sua imparzialità, del suo sempre stare dalla
parte del cittadino, siamo tutti convinti. Per evitare di dimenticarcelo, a ogni buon conto, teniamo
una foto del dottor Palamara sulla scrivania. Giusto vicino alla statuetta di San Michele Arcangelo.
Nel frattempo garantiamo preghiere a qualsiasi altro personaggio politico che decida seriamente di
difendere la nostra fede, il diritto alle parole padre e madre, il diritto a non essere aggrediti ai
mercatini dei Natale e neanche altrove, il diritto a non dover pagare con le nostre tasse la blasfemia
contro la nostra religione.