13 agosto, l’anniversario dell’infamia, mezzo secolo di disonore.
La morte di Maria Teresa Novara ha mezzo secolo esatto, e attende ancora giustizia. Per conoscere la sua storia il libro inchiesta Anatomia di un delitto. Rapimento, sequestro e l’uccisione di Maria Teresa Novara. scritto da Marilina Rachel Veca e Stefano Cattaneo, e La testa dell’idra è il romanzo di Marilina Veca: la struttura a romanzo permette di riportare particolari e supposizioni che potrebbero causare problemi giudiziari.
Maria Teresa è stata rapita, mentre dormiva nel suo letto a casa degli zii da cui era andata a abitare per la vicinanza con la scuola, in una notte gelida, il 15 dicembre 1968, ed è morta l’agosto successivo dopo essere stata prostituita dal suo rapitore innumerevoli volte, dopo essere stata torturata, sottoposta a sesso “duro” e sadico, come la sua autopsia ha testimoniato, talmente ripetuto e violento da lasciare segni atroci. Giungono a casa sua lettere spedite dall’Italia e dalla Svizzera, scritte da lei, dove dichiara di essere felice e di star diventando ricca, e queste lettere suggeriscono il coinvolgimento di qualcuno con competenze superiori ai due balordi. In questi mesi, come testimonierà l’autopsia, Maria Teresa subirà innumerevoli e feroci stupri: quanti e chi sono gli uomini che hanno abusato di lei? Quanti sapevano di lei incatenata? Quanti sono a non aver nessun interesse che lei sia ritrovato viva? Quanti sono e chi sono? Il suo rapitore muore forzando un posto di blocco, il 5 agosto 1969, dal 5 all’11 agosto i carabinieri fanno 3 perquisizioni nella cascina talmente accurate da non trovare lei che sta morendo di fame e di sete sepolta viva sotto una botola. A essere malpensanti e complottisti si potrebbe pensare che sia una sciatteria eccessiva per essere casuale. Maria Teresa non morirà di fame e di sete. Il giorno11 qualcuno tappa con carta di giornale, giornali dell’11 agosto appunto, le due prese d’aria, l’anidride carbonica aumenta e si stratifica in basso dove Maria Teresa è incatenata su una brandina sfondata, di fianco al secchio per gli escrementi, a due giornalini di Diabolik sui cui margini ha scritto innumerevoli molte Sono Maria Teresa Novara, sono la ragazza rapita, e ad un quaderno dove innumerevoli volte è scritta la stessa frase. Ha trascorso i suoi ultimi giorni in un tanfo talmente nauseante che quando finalmente si trova la botola che conduce a lei i carabinieri non riusciranno a scendere e lo farà un pompiere con la bombola per respirare. Il suo corpo che ha mostrato all’anatomopatologo segni inauditi di sevizie e stupri muore soffocato in un sotterraneo incatenato a un letto sordido di fianco al secchio per gli escrementi, eppure giornali “seri”, tutti, si precipitano a minimizzare e ad accusarla di essere una poco seria, una poco di buono che si è cercata i suoi guai. Bizzarro: lo scopo dei giornali è vendere, e si vende sbattendo il mostro in prima pagina, inventando anche il mostro quando non c’è, qui il mostro c’è ed è quanto di più immondo si possa pensare, e invece tutti minimizzano, invitano a soprassedere, praticamente lasciar perdere, magari anche le indagini, è una brutta storia di una ragazzina un po’ sordida finita male, succede. L’Unità scrive “Purtroppo sono emerse prove che si era trattato di una fuga volontaria”. Una tredicenne viene rapita, prostituita, affamata, picchiata sodomizzata, frustata, tenuta incatenata a una parete di fianco ai propri escrementi, e uccisa; supponiamo che una tredicenne si sia fatta sedurre da un balordo, evento non provato, in cosa diminuirebbe la responsabilità del resto? Famiglia Cristiana fa peggio. Afferma che i giornalini trovati di fianco al cadavere incatenato di Maria Teresa, Diabolik, ovviamente comprati dal rapitore, fossero giornali pornografici, afferma che il rossetto che lei agonizzante ha passato sulle labbra spaccate per avere sollievo è un segno di lascivia, afferma che una ragazzina incatenata in un buco sotto terra si sia prostituita volontariamente, non in cambio di banale denaro e banale lusso ma per una catena e il secchio degli escrementi, il fatto che sia stata ammazzata diventa secondario, e che la sua storia fosse un esempio di come le ragazzine leggere finiscano male, non parliamone più. Tutti si lanciano in una spettacolare criminalizzazione della vittima, una corsa a tenere freddi gli animi.
. Maria Teresa era “colpevole”, il fatto che fosse stata ammazzata era in effetti inelegante, ma anche così, meglio non parlarne. A essere malpensanti e dediti alla teoria del complotto (sia chiaro che noi non lo siamo. È un discorso generico) si potrebbe pensare che coinvolto in tutto questo ci sia stato qualcuno di ben più altolocato di un paio di balordi, addirittura in grado di fare un giro di telefonate ai direttori dei giornali oppure ai loro editori.
Maria Teresa è stata rapita e sottoposta a sevizie in cui si sono sommati dolore, umiliazione, fame, sete, terrore, sensazione di morte imminente, impotenza totale, lo strappo dalla propria famiglia, l’isolamento, l’incatenamento, la reclusione in posti stretti bui e poco ossigenati possono provocare un comportamento compiacente. Il dolore e l’orrore possono causare nella mente, una capacità incredibile di dissimulare il dolore, al punto da generare l’illusione in chi la incontra che la vittima sia consenziente, molto consenziente, esattamente come succedeva per le giovanissime donne abusate nelle “case di bambola” dei lager o in Manciuria nei bordelli di donne cinesi per l’esercito giapponese . La ragazzina diventa una schiava del sesso (in inglese sex kitten). Questo evita alla vittima la morte e la rende la prostituta perfetta. Maria Teresa non scalcia e non si ribella, le viene causata con una serie di traumi, con l’isolamento, una completa perdita del senso di identità, forse anche un fenomeno di dissociazione mentale, dimostrata dalla frase che ossessivamente Maria Teresa scrive cercando di tenere insieme la sua mente che si sta disgregando. La giovanissima vittima viene venduta anche a innumerevoli uomini che possono illudersi che lei sia consenziente, così da non considerarsi delle cattive persone. È il ’68: la morale sessuale una sciocchezza. È vietato vietare: la libertà sessuale la rivoluzione sessuale sono arrivati a canale d’Alba. Tutto questo ha diverse conseguenze: la distruzione dell’innocenza e del corpo della giovanissima vittima, ma no della sua anima, che è rimasta intatta, come sempre resta intatta l’anima delle vittime, la corruzione completa di tutti coloro coinvolti nelle violenze, i clienti, loro l’anima l’hanno persa, se la sono giocata, ed erano persone che, se non avessero avuto questa tentazione, sarebbero rimaste nel campo della fantasticheria e che così si sono legati al silenzio, il guadagno di cifre esorbitanti, enorme potere grazie al ricatto dei clienti. Il caso Ducroux in Belgio e ora il caso Epstein, ci dicono quanto dia potere poter prostituire una bambina. Uomini dello stesso paese, forse anche conoscenti, abusano di Maria Teresa, convinti, forse, che lei sia consenziente, contribuendo alla sua distruzione, diventando tutti sui torturatori. Onestamente non era difficile accorgersi che niente quadrava, era ben possibile accorgersi di essere un seviziatore di una bambina, ma grazie al comportamento coatto della vittima, diciamo che questi uomini hanno forse potuto illudersi di non essere degli aguzzini, e invece lo sono stati: l’anatomopatologo dichiara che quello che le hanno fatto è indescrivibile. Uno di loro l’ha anche assassinata, perché lei non parlasse, non descrivesse tutto quello che ha subito. Il risultato è geniale, e solo un genio del male poteva concepirlo. Maria Teresa muore perché non essendo consenziente è il testimone da far sparire, a dopo la sua morte c’è solo imbarazzo e non indignazione. Per favore, non parliamone. E invece ne parliamo.
Chiediamo che il caso venga riaperto. I morti seppelliscono i morti solo se giustizia è stata fatta. La giustizia per Maria Teresa deve ancora arrivare.
Mezzo secolo è passato e molti dei protagonisti sono morti, ma qualcuno è ancora vivo. Qualcuno che forse leggerà queste righe. Sto parlando degli uomini che hanno abusato di Maria Teresa.
Voi siete maledetti. Siete dannati. Voi avete abusato di una ragazzina rapita, non avete riferito di lei perché fosse salvata. Vi hanno raccontato che l’inferno non esiste, vero? Esiste. La fesseria che lei fosse consenziente, ve la siete forse raccontata da soli sul momento e forse l’avete anche sbiascicata a un qualche confessore, la cui assoluzione non ha valore perché il pentimento senza assunzione di responsabilità non vale nulla. La Legge dice Non commettere atti impuri. Se anche un impasto di terrore , dolore e dissociazione mentale vi ha dato la folle illusione di trovarvi di fronte a un consenso, se vi foste attenuto alla Legge non sareste diventati aguzzini di una bambina. E la avreste salvata vi sareste precipitati dai carabinieri a dire dove lei era. Siete tutti colpevoli della sua morte. Immagino che siate padri e nonni, e so quanto è difficile, ma è dalla vergogna che passa la via per la vera gloria, l’unica: la redenzione. Abbiate il coraggio della vergogna: alzatevi in piedi e diteci tutto quello che sapete, tutto quello che avete visto, tutto quello che ricordate. Dobbiamo sapere chi ha distrutto la vita di Maria Teresa e distrutto le vostre anime. Siete maledetti e dannati, ma potete smettere di esserlo. Alzatevi i piedi, diteci la verità e finalmente giustizia sia fatta per Maria Teresa. Solo nella verità c’è la vostra redenzione. Restituite a Maria Teresa il suo onore. E voi salvate il vostro. Ormai è troppo tardi per essere senza macchia ma potere ancora essere senza paura. Ritrovate nella verità l’onore perduto.
E che giustizia sia fatta per Maria Teresa.