F come femminicidio
Femminicidio
La grande tragedia della tristezza del postmoderno, la tristezza opaca in cui viviamo , l’autoaggressione, l’alcol puro bevuto a canna, il maledetto spinello, la metaafetamina, il tagliarsi, l’odiarsi hanno tra le loro radici la frattura della natura e della storia. La natura afferma che i maschi vogliono le femmine e le femmine i maschi e che entrambi vogliono una discendenza. La storia ha creato il matrimonio perché tutto questo sia possibile.
Matrimonio viene da madre, mammifero da mammella, tutto girava attorno alla donna, tutta la società era costruita per permettere alla donna di diventare madre. Uomini e donne sono profondamente diversi, se così non fosse non sarebbero spinti gli uni verso le altre, non avrebbero bisogno di essere completati da un corpo e da una mente diversi.
Parliamo di violenza contro le donne. Solo violenza occidentale, su lapidazione e infibulazione tutti zitti, altrimenti pare brutto, e solo violenza sulle donne nate. Di quelle non nate non è stato detto niente. Grazie alla banalizzazione dell’aborto, grazie alla possibilità di uccidere un grumo di cellule che diventerà la nostra discendenza nel nostro ventre, l’aborto è stato banalizzato, è stato normalizzato, una bella cosa, un diritto. La Cina e l’India hanno approfittato. Non è stata solo un’imposizione maschile, della parte più ignobile e oscena del maschile, è stata anche una conquista femminile, diciamocela questa verità, nessuna vuole diventare madre di una femmina in Cina e India se si può scegliere. La politica del figlio unico e la tragica usanza della dote hanno fatto questo scempio.
Mancano 60 milioni di bambine in Cina, 60 milioni di aborti fatti dopo che l’ecografia è stata in grado di stabilire il sesso, un aborto fatto su un ammasso di cellule bello grosso, in grado di sentire il dolore e l’orrore della propria morte.
In India le cliniche hanno scritto sui cartelloni per risparmiare 1000 rupie ora ( di ecografia ed eventuale aborto) ne spenderai 20000 ( la dote) tra 20 anni. Mancano 40 milioni di bambine in India, che sommate e quelle cinesi fanno 100 milioni di bambine, il più grande sterminio della storia.
Questo è femminicidio: l’esatta definizione di femminicidio, uccisa solo in quanto femmina. La parola quindi deve indicare questo inaudito sterminio.
Nel marzo del 2012 ha fatto molto scalpore un dato rivelato da Ritanna Armeni, secondo la quale la violenza sulle donne “è la prima causa di morte in tutta Europa per le donne tra i 16 e i 44 anni”.
Un paio di mesi dopo Barbara Spinelli, sul Corriere della Sera, aveva fatto una rivelazione simile: “La prima causa di uccisione [morte] nel mondo delle donne tra i 16 e i 44 anni è l’omicidio (da parte di persone conosciute)”.
Nel giugno dello stesso anno è intervenuta sul tema Rashida Manjoo, special rapporteur dell’ONU sulla violenza contro le donne, secondo la quale “[…] in Italia la violenza domestica è la prima causa di morte per le donne fra i 16 e i 44 anni di età”.
A queste affermazioni se ne sono aggiunte innumerevoli altre.
La signora Boldrini parla di strage continua e appende drappi rossi.
La signora Cirinnà ha affermato a un corso di aggiornamento dell’ordine dei giornalisti ( settembre 2016) che padre e madre sono uno stereotipo e un pregiudizio e ha aggiunto che le donne assassinate da un uomo sono più numerose di quelle morte di cancro ( 77000).
Dio , in cui credo profondamente, mi dia testimonianza del fatto che la mia stima per le capacità cognitive delle suddette signore non è eccelsa, ma nemmeno loro possono credere alla veridicità di questi numeri.
Per coloro che si siano persi le puntate precedenti le donne assassinate ogni anno sono circa 130, gli uomini assassinati 400, gli uomini suicidi circa 3200.
Le donne suicide sono circa 800 e il suicidio è doppio nelle donne sole.
L’emergenza di questo paese quindi è il suicidio, dovuto alla spaventosa situazione economica che strangola la gente, che obbliga uomini perbene a essere disoccupati, donne che vorrebbero essere madri a non osare farlo, famiglie a perdere la casa per pignoramento, imprenditori costretti a fallire per eccesso di crediti, anziani a cercare qualcosa nei cassonetti.
A sempre più pratiche mediche è stato tolto il carattere di gratuità..
L’emergenza è il suicidio di un paese morto, assassinato e venduto che sta chiaramente morendo senza un futuro.
Perché hanno dicono numeri strani?
Perché si sono tutti inventati che l’emergenza è il femminicidio e i medici obiettori?
Per distrarre l’attenzione dal suicidio, dalla disperazione, dall’impossibilità di vivere, dai 12 miliardi di euro spesi in un’accoglienza indiscriminata che sta causando disastri e morti in mare, certo, ma non è solo questo.
Un regime per poter diventare in tutto e per tutto dittatoriale , anche a fronte di un’ancora apparenza di democrazia elettiva, deve scardinare di un popolo il passato e l’istituzione familiare.
Contro il femminicidio la vera sfida è il cambiamento culturale, hanno affermato i geni: quindi la nostra cultura non va bene, va cambiata, la scuola, gli insegnanti, persone che eseguono le circolari del ministero spiegheranno il maschile e il femminile: l’etica dei figli amministrata dallo stato, mi viene la nausea solo a scriverlo.
Quella che deve saltare è l’istituzione familiare, gli uomini che amano le donne, le donne che amano gli uomini.
Una volta saltata la famiglia un popolo diventa spazzatura, lo zerbino.
La vera violenza contro le donne è il suicidio loro e quello dei loro uomini.
La vera violenza contro le donne è una tassazione talmente atroce che impedisce di diventare madri.
La vera violenza contro le donne è la disoccupazione dei loro uomini.
La vera violenza contro le donne sono i miserabili 4 mesi di congedo per maternità, il dover tornare al lavoro quando il piccolo ha 4 mesi e ha un disperato bisogno di mamma.
La vera violenza contro le donne è la pornografia, la vera violenza contro le donne è la mostruosa nauseante filiazione che sfrutta l’utero delle donne, i loro ovuli, il loro dolore, a volte la loro morte.
Giù le mani dai nostri uomini.
Giù le mani dalle nostre famiglie.
Giù le mani dai nostri figli.