Malachia tra storia e misteri
Il libro “Malachia tra storia e misteri” di Paolo Gulisano, è un libro dannatamente interessante, oserei dire irrinunciabile per chiunque si stia interrogando sul destino della Chiesa Cattolica. E chi si interroga sui destini della Chiesa Cattolica si sta interrogando sui destini dell’Umanità, perché per quanto gli incantevoli sforzi della nuova Chiesa 2.0 di rendersi ogni giorno più irrilevante, più fusa con ONU e Unione Europea a occuparsi di sovranismo e migranti, la Chiesa cattolica è ancora in grado di influenzare i destini dell’umanità.
Come ci ricorda Paolo Gulisano tutta la storia dell’umanità è costellata di oracoli, di vaticini e di profezie. Nell’Antico testamento Dio parla agli uomini attraversi i Profeti. L’Antico testamento si chiude con il libro di Malachia, che nel terzo capitolo preannuncia la venuta del Messia. Nel cristianesimo non abbiamo figure di Profeti, ma abbiamo profezie: negli ultimi due secoli abbiamo avuto Profezie Mariane, La Salette, Loudes, Fatima, e molte altre.
Nel 1595 il monaco benedettino Arnold de Wyon ha pubblicato un testo dal titolo Lignum vitae, ornamentum et decus Ecclesiae, opera monumentale di storia benedettina. Nel primo volume è riportato uno scritto, rimasto per secoli inedito e sconosciuto, di un monaco vescovo irlandese, Malachia di Armagh, omonimo quindi del Profeta che chiude il Vecchio Testamento. L’omonimia è involontaria, nasce dalla latinizzazione del nome originario, a il fatto che sia involontaria non la rende meno affascinante. La profezia è composta da una serie di 111 brevi descrizioni dei Papi che si succederanno da Celestino II fino all’ultimo Pietro Romano. Di tutto questo Malachia di Armagh ha avuto conoscenza attraverso una visione. Mentre sul seggio di Pietro siede Pietro Romano che pascerà il suo gregge tra molte tribolazioni, la città dei Sette Colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. E da questa frase si capisce l’avverbio dannatamente, messo prima dell’aggettivo interessante nel primo rigo di questo articolo non è stato scelto a caso. I 111 Papi sono finiti. I tempi descritti sembrano i nostri. Vale la pena di sapere se le profezie di Malachia sono plausibili, se sono un’illusione o direttamente un falso fabbricato nel 1595 che però incredibilmente profetizza cose avvenute dopo.
Il libro ci permette anche di addentrarci nella storia del cattolicesimo irlandese, di scoprire come è nata l’Abbazia di Chiravalle, ci porta un pezzo di quella straordinaria storia del cattolicesimo, che è la nostra storia , e che noi ignoriamo.
Nutro l’ inverosimile miraggio di diventare ministro della pubblica istruzione. Capisco che sia parecchio inverosimile, ma come sostiene Cenerentola nell’omonimo film mentre parla con i sorci non bisogna mai rinunciare ai propri sogni. Segnalo la mia candidatura ai prossimi Presidenti del Consiglio: garantisco che io una laurea ce l’ho. La prima riforma: abolire tutti i piani di offerta formativa, i cosiddetti POF: a scuola si fa il programma e basta. La scuola istruisce e non educa. . Seconda riforma del 50% degli insegnanti di qualsiasi livello siano obbligatoriamente di sesso maschile. Questo permetterebbe ai ragazzi di avere figure di riferimento ed eliminerebbe quell’altra inaudita boiata che sono in corsi antibullismo, fatti da persone di buona volontà e squisite ingenuità, che ovviamente a spese dei contribuenti pensano che veramente i loro corsi servano a qualcosa. Se vogliamo eliminare il bullismo occorre segnare le regole d’onore. Non ci si imbatte mai in due o più contro uno solo. Chi lo fa un disprezzabile vile. Non ci si batte contro i più deboli. Un maschio non può battersi contro una femmina perché le femmine hanno una minore forza muscolare. Solo un individuo spregevole aggredisce un disabile. Se due maschi di pari stazza simile ad un’altra di loro, purché non facciano nelle ore di lezione, va tutto bene. Per la riforma: abolizione dell’insulsa ora di religione che attualmente è un’ora di buonismo terzo modista con l’unica ossessione dell’inclusione: che tutto il contrario di tutto siano inclusi. L’ora di religione, ovviamente obbligatoria, deve essere una materia importante. Questa civiltà e la sua storia sono basate sui valori biblici e evangelici. Questi testi devono essere conosciuti da tutti, a maggior ragione se appartenenti a famiglie atee, shintoiste, musulmane che quindi non conoscono i testi su cui è basata la nostra civiltà. Devono essere studiati come studiamo l’Iliade. Il Vecchio e Nuovo testamento devono essere insegnati in maniera storico letteraria la Bibbia si compone di: Pentateuco, proverbi, eccetera. Il Nuovo Testamento si compone di: quattro Vangeli di cui tre sinottici, Atti degli Apostoli eccetera. Questo testo è stato scritto in questo periodo. Le prove storiche sono queste.
Chi non conosce questi testi non è in grado di capire la Divina Commedia, l’arte e l’architettura sacra che sono una parte enorme del nostro patrimonio. Chi non conosce questi testi non è in grado di capire le guerre di religione. Chi non conosce questi testi non è in grado di capire la civiltà europea..
Nel caso diventassi Ministro della Pubblica Istruzione ai testi dell’ora di religione aggiungerei anche il libro di Paolo.