Dizionario: lettera E
Riporto anche qui il dizionario pubblicato su La verità.
Essere genitori essere figli
Il difficile compito di essere genitore è già abbastanza difficile. Non deve diventare una dannazione. Esiste un’etica, o almeno dovrebbe. Se non hai commesso colpe non puoi essere criminalizzato, non puoi essere aggredito.
Le colpe sono far soffrire al proprio figlio la fame, il freddo facendolo apposta, la colpa è l’ abuso sessuale, la colpa è picchiarlo con ferocia, la colpa è la trascuratezza sistematica e grave.
Il 68 ha creato il mito idiota della felicità il terra: la felicità in terra è possibile, anzi è la norma, QUINDI se non sei felice è colpa di qualcuno, principalmente di padre e madre, poi di altri: stato, istituzioni, scuola, datori di lavoro, poste e ferrovie. Un esercito di psicologi ha rilanciato questa teoria, una teoria che potremmo definire del contratto. Moltissimi adolescenti sono convinti di essere nati con un contratto: che in cambio del fatto che ci hanno fatto l’onore di venire al mondo gli sia dovuto un mondo perfetto e la felicità permanente. Se non sono felici, è perché qualcuno ha commesso colpe contro di loro, e quindi è sacrosanta la loro collera feroce verso la vita e i colpevoli. Non tutti gli psicologi, certo, molti sani di mente che risolvono problemi invece di crearne ce ne sono, ma quelli che creano e ingigantiscono i problemi sono un esercito, e fanno danni sempre più gravi.
L’ipersoluzione impera anche per la psicologia.
Si chiama iatrogeno un danno della salute causato dall’arte medica, gli effetti di un intervento chirurgico disastroso, o di una prescrizione sbagliata.
Anche la psicologia ha i suoi danni iatrogeni. Essendo basata sulla parola, la si crede innocua. Le parole modificano il pensiero e il pensiero è la base di ogni cosa. La psicologia ha fatto e continua a fare morti e feriti e sono morti e feriti gravi.
Famiglia distrutte, figli che imparano a odiare i genitori, colpevoli di ogni male, individui sempre più rinchiusi in un ottuso vittimismo, lo spaventoso fenomeno delle false memorie con imputazione giudiziaria e a volte condanna di innocenti, dipendenza patologica dalla terapia, sono i danni possibili di un terapeuta incauto, disonesto, semplicemente stupido o con una sindrome di onnipotenza di qualità media. Le scelte umane, incluse quelle economiche, sono fatte su base emotiva e non razionale. Anche le scelte dello psicoterapeuta sono fatte sulla stessa base. Prima di dare la mente in mano a qualcuno, pagandolo anche, non si dovrebbero chiedere credenziali? Non solo laurea e specializzazione, ma come il dottore sta al mondo e che gli è successo nella vita. Come vive? Ha una famiglia? Qualcuno gli/le vuole bene? Vuole bene a qualcuno? È riuscito a tenersi una moglie o un marito per un tempo ragionevole, chissà magari anche per sempre?
Il diritto di un figlio è essere accudito e amato, non reso felice.
Essere freddo e riservato, per un genitore, non è una colpa: è una maniera di essere.
Essere molto ordinata e un po’ perfezionista per una madre è una maniera di essere, non una colpa.
Inoltre pedagogisti e psicologi hanno creato il mito folle del genitore che fa fare ai figli le cose giuste mediante esempio e dialogo, solo esempio e dialogo, il narcisismo di non usare l’autorità. Il bambino come ogni essere vivente tende a prevaricare e deve essere contenuto. la frustrazione è fondamentale per non sviluppare un delirio di onnipotenza. Che l’esempio da solo serva è un’idiozia. I genitori delle SS non avevano mai ammazzato bambini ebrei, i genitori di Erika non avevano mai ammazzato nessuno, la mamma della terribile giovane donna che ha sfigurato due uomini con l’acido per il piacere di farlo non lo aveva mai fatto. L’esempio non basta.
il dialogo continuo è una fesseria: i nostri figli hanno una dialettica infinita, e il solo fatto che si discuta su cose che dovrebbero essere assolute è una sconfitta.
La famiglia non è una democrazia, come non è una democrazia una classe o una sala operatoria. In una famiglia ci deve essere una gerarchia: gerarchia vuol dire qualcuno che dà ordini, non consigli, non suggestioni, non argomenti per l’ordine del giorno. ordini. I figli di famiglie troppo rigide e autoritarie tendono a diventare adulti rispettosi delle regole, con autostima bassa, e alto livello di depressione: sono però funzionali, in grado di vivere.
I figli di famiglie dove non ci siano principi di autorità vanno verso il caos , verso il disturbo border line di personalità. Chi può latrare insulti in faccia a papà e mamma l’autostima ce l’ha a zero, è sempre più in balia dell’emotività più assolute e ridicola. Il ragazzo e la ragazza che minacciano il ricatto del suicidio sono stati ridotto a due sciocchini che calcolano la propria vta così poco da buttarla via per dispetto.
La va giusta è la giusta autorevolezza, ma nel caso meglio sbagliare verso l’eccesso che verso la mancanza.
MAI un figlio deve poter insultare un genitore. Quando lo fa sta distruggendo anche se stesso, si sta distruggendo in una corsa all’autodistruzione.
Essere maschio e femmina
A Mosè, mentre per quarant’anni girava in tondo facendo Suez – Eilat – Sharm el Sheikh e, nell’altro senso Sharm el Sheikh – Eilat – Suez, è stata data la Legge; Fossero andati sempre nella stessa direzione sarebbero arrivati in Siberia, se poi imbroccavano il passaggio a Nord Est sarebbero arrivati nelle Americhe e avrebbero scoperto le Montagne Rocciose. Magari gli davano un nome un po’ più creativo. Quelli che hanno dato il nome di Montagne Rocciose alle Montagne Rocciose era gente che aveva una predisposizione per l’ovvio.
In questi quaranta anni necessari perché un popolo che è stato schiavo possa arrivare nella terra dei liberi ad ogni nuova giornata il nord e il sud si confondono, la mente non ricorda dove c’è l’est e dove l’ovest, quale è la parte dove il sole sorge, in che direzione hanno camminato ieri.
Perché Mosé ha girato quarant’anni nel deserto? Un vero uomo non chiede mai la strada.
D’accordo è una battutaccia, ma contiene un grosso fondo di verità etologica.
I maschi competono per il ruolo di capobranco/capotribù. Nel momento in cui chiede la strada abdica al suo ruolo di capo, cosa che odia fare. Un maschio che perda ruolo gerarchico nel branco, che perda potere, che perda drammaticamente territorio (o il suo omologo nel cervello umano, il denaro) perde la sua capacità di conquistare una femmina.
E’ stato coniato un termine volgare e violento per indicare chi ha perso potere e senso gerarchico, è un termine brutale, ma che contiene una verità etologica, essendo l’etologia la scienza che ricostruisce la motivazione del comportamento umano basandosi sull’osservazione di quello animale e sulla biologia comune dei cervelli arcaici. Questa parola è sfigato: colui che non ha accesso ai genitali femminili, accesso che è vietato nei branchi gerarchicamente strutturati ai più bassi in grado.
Il capo tribù, colui che cammina davanti alla tribù e la guida, ha come simbolo il bastone.
Nella Bibbia il bastone dei patriarchi, a cominciare da quello di Mosè , entra spesso nelle narrazione.
Quando le tribù smisero di essere nomadi e divennero stanziali, il capotribù smise di camminare, divenne re e si sedette su un trono; il bastone si accorciò e divenne lo scettro.
La maniera di guidare di maschi è femmine è diversissima, siamo maschi o femmine anche quando scegliamo la forma di una bottiglia, come ben sanno assicuratori e pubblicitari.
La media delle donne ha senso dell’orientamento meno brillante di quella della maggioranza degli uomini (ma non è possibile che ti sei persa, ci siamo andati dieci volte, ancora non sai la strada? ), che hanno minore capacità di trovare gli oggetti in uno spazio ristretto. (Nel cassetto non c’è. Non è vero c’è, sei tu che non lo vedi). La differenza abissale è la libido. Il testosterone.
Non desiderare la donna d’altri. Perché lo dice ai maschi? Loro hanno il testosterone.
Noi gli estroprogestinici, una potenza per l’istinto materno, meno per la libido. Il testosterone è dinamite.
Gli estroprogestinici vanno bene per l’istinto materno per cui anche adesso che ho sessantasei anni quando passo davanti ad una vetrina di bambole mi fermo a guardarle: «Che carine!»
A un uomo poche cose potrebbero interessare di meno.
Una donna normale pensa al sesso più o meno due volte al giorno quando abbiamo vent’anni, una volta al giorno quando ne abbiamo trenta, dai cinquanta in poi una volta su due abbiamo mal di testa. Quando una donna ha un po’ più di testosterone ha una bella muscolatura, un clitoride un po’ più lungo, una peluria più accentuata e soprattutto una maggiore libido. Non ha mai mal di testa.
Questo è il motivo del detto “donna baffuta sempre piaciuta”. La donna baffuta ha anche i suoi pilatri letterari: Madame Bovary viene descritta con una ricca peluria sul labbro superiore, e lo stesso in Guerra e Pace la pima moglie del Principe Andrej, che in realtà è l’unica moglie del principe Andrej perché lui e Natascia non si sposano mai.
Erano altri tempi: nessuno aveva convinto il cervello corticale dei maschi ( e delle femmine) della teoria che una donna spelata è più carina di una donna che ha i peli dove madre natura li ha messi, che sembra normale a noi esattamente come ai cinesi dei secoli scorsi sembrava ovvio che i piedi storpiati fossero più carini di quelli normali.
Un maschio normale pensa al sesso tre volte l’ora, quindi è la sessualità maschile che andava imbrigliata.
Perché la sessualità maschile è qualcosa di meraviglioso, il corpo maschile è bellissimo, la sua potenza, la sua forza, ed è la cosa più bella del mondo quando un uomo e una donna si uniscono.
E una donna vuole che si uniscano per la vita: perché il suo istinto materno vuole dei figli e un uomo che dia la sua vita per loro.
La micidiale propaganda del postfeminismo, giornali femminili e di gossip, film , televisione, video musicali, hanno imposto alle donne una sessualità usa e getta, quella dei maschi di minor valore: il sesso ridotto a strofinio l’aborto a compensare lo sbaglio se, per caso, lo strofinio non è stato senza scopo, ma la vita è nata.
Ora siamo arrivati all’ultima fase la distruzione dell’uomo: raccontare che le enormi, strutturali, fondamentali differenze tra maschi e femmina sono costruzioni sociali, che ruoli sono intercambiabili. Due uomini per esempio possono tirare su un bambino senza nessun problema. Dal punto di vista del bambino una madre e un padre sono intercambiabili, cioè una femmina maschio sono intercambiabili. Ma se una femmina maschio sono intercambiabili l’uomo gay che vuole assurdamente diventare padre faccio una cosa molto semplice: mentre suo pene dentro la vagina della donna, tanto è la stessa cosa, e fecondi dentro lei suo figlio, come peraltro fece Oscar Wilde ai suoi bei tempi, così il bambino nascerà con una madre e un padre come deve essere.