Combattete con me. Io sono la vostra voce.
Queste frasi vi ripugnano? Trovate sbagliato che un circolo che riceve denaro dallo stato sia intitolato all’ autore di queste frasi? Trovate folle che un circolo intitolato a una persona Mario Mieli, che mangiava in pubblico gli escrementi suoi e del suo cane, che offrì un Bene : io sono a vostra voce. Per aver alzato la mia contro tutto questo sto subendo due processi. I miei processi sono un enorme vantaggio da un lato, perché permettono alle mie parole di rimbalzare e anche l’enorme esercito di giornali nemici è costretto a riportarli, ma hanno lo svantaggio di costarmi fiumi di denaro.
Chiedo aiuto. Io sono la vostra voce. Perché questa voce non sia azzittita, sostenetemi!
L’affermazione che Mario Mieli era attratto dai bambini, e secondo la diagnostica medica questo, anche senza azioni reali sui bambini, permette la diagnosi di pedofilia, che è una diagnosi, non è un insulto e non è un reato. L’abuso su minore è reato. Noi faremo l’amore con loro è un’ apologia di abuso su minore. L’affermazione è vera e inoppugnabile. Mario Mieli afferma la sua attrazione per i minori nel testo Elementi di critica omosessuale, afferma che è giusto e salutare provare attrazione sessuale per i minori, afferma che è sbagliato non provarla, afferma che sono cattivi ( canaglia reazionaria) coloro che si oppongono agli abusi sessuali su minori .
Il significato corretto della parola “pedofilo” è: persona attratta eroticamente da minori. La pedofilia è una condizione mentale caratterizzata dall’attrazione erotica per i minori, condizione ritenuta da alcuni una parafilia o una perversione, dall’ultimo DSM è considerata un orientamento sessuale. Chiunque si dichiari attratto eroticamente dai bambini, indipendentemente dal fatto che abbia o meno compiuto atti pedofili, non può che essere dichiarato pedofilo.
Mario Mieli dichiara in maniera inequivocabile la sua attrazione erotica per i bambini, per persone cioè di età inferiore alla pubertà, nel suo libro Elementi di critica omosessuale, edito inizialmente da Einaudi, nell’ultima edizione da Feltrinelli.
“Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica” (Mario Mieli, Elementi di critica omosessuale, pag 55 PDF http://www.mariomieli.net/wp-content/uploads/2014/04/Elementi_di_critica_omosessuale.pdf).
Questa frase è gravissima per molti motivi.
- Mieli dichiara la sua pedofilia nel senso di desiderio erotico, ed espone un programma di atti pedofili, riassunti nelle parole faremo l’amore con loro. Dichiara il progetto dell’atto pedofilo, l’atto fisico con il bambino, come migliore della non pedofilia. L’atto pedofilo costituisce un danno enorme e irreversibile sia dal punto di vista psichico, a volte un danno irreversibile anche dal punto di vista fisico. Fare l’amore con loro, e un termine eufemistico che non indica solo l’atto di provare piacere attraverso il corpo del bambino, ma indica l’atto di introdurre il pene nel corpo del bambino, un corpo piccolo e immaturo, con possibili danni vaginali e sicuri danni anali anche irreversibili, tanto più quanto il piccolo corpo è al di sotto della pubertà. Secondo Mieli coloro che sono pedofili, che desiderano il corpo dei bambini, che hanno in programma di “fare l’amore con loro”, sono migliori di coloro che non desiderano eroticamente i bambini, e non desiderano usare i loro corpi immaturi a scopi erotici. Questi ultimi secondo Mieli sono persone che traumatizzano i bambini, li educastrano , bizzarro neologismo che fonde le parole educare e castrare, e vanno combattute. L’educastrazione ha come obiettivo la trasformazione del bimbo, tendenzialmente polimorfo e “perverso”, in adulto eterosessuale, eroticamente mutilato ma conforme alla Norma, ( Elementi di critica omosessualeI, 2; p. 17)
- La rivoluzione preconizzata da Mieli consiste nell’imporre la pedofilia, combattendo chi la combatte. Contrariamente ad altri pedofili, per esempio i firmatari del famoso il «Manifesto in difesa della pedofilia» con i nomi in calce di Jean-Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault e, Jack Lang e Daniel Cohn-Bendit, che si limitano a chiedere di non considerare più reato l’atto consumato con un minore di 12 anni, Mieli non si limita a chiedere che la efebofila sia tollerata, lui progetta di fare l’amore con bambini, quindi minori ben al di sotto della pubertà e afferma che fare l’amore con i bambini è positivo e buono per loro, non farlo è cattivo. Questo è falso, prima della pubertà non c’è sessualità, ogni form di sessualità è violenza.
- Grave la parola dispregiativa checche che Mieli usa, dimostrando il suo odio di se, il suo auto profanarsi: un odio che ha raggiunto l’apice nella coprofagia e nel suicidio.
- Gravissimo il plurale. Mieli non dice: io checca rivoluzionaria, ma dice noi checche rivoluzionarie. Chi intende con la parola noi? Lui e tutti i suoi seguaci, quelli che useranno il suo nome, quelli che raccomanderanno il suo libro come lettura edificante e fondamentale, coloro che scriveranno descrivendo la vita e l’opera di Mieli come buona e raccomandabile? Mieli fonda un movimento di pedofili, il suo libro è una costruzione ideologica che afferma la pedofilia come elemento positivo, buono, giusto e la mancanza di pedofilia come repressione e “educastrazione”, termine da lui coniato che fonde educare e castrare. Quel Noi ci può spingere a pensare che con lui ci siano tutti quelli che useranno il suo nome, per esempio per darlo a un circolo cui appartengono?
Mieli è un teorico della pedofilia, in particolare di quella omosessuale.
E’ un teorico anche della coprofagia, oltre a praticarla. La sua “visione libertaria” esposta in un testo relativo ad una conferenza tenuta da Mieli nel febbraio 1982 a Brescia dal titolo, La liberazione dell’Eros per il conseguimento dell’armonia (G.Silvestri, Oro Eros Armonia. L’ultimo Mario Mieli, Edizioni Libreria Croce, Roma 2012).
In esso, Mieli esprime infatti, secondo il suo stile, senza giri di parole il proprio pensiero riguardo pratiche come la coprofagia, il sadismo e l’omicidio di consenziente nell’ambito di un gioco erotico.
Rispetto alla coprofagia l’attivista omosessuale invita il pubblico in sala a scoprirne il “valore” e il “significato nascosto”, affermando:
«La coprofagia è fonte di piacere, beninteso se si mangia m…. perché lo si vuole fare e non si è costretti. La coprofagia fa star bene e sviluppa le nostre facoltà creative […] Il coprofago non ha bisogno di fare proseliti, in quanto prova crescente piacere nutrendosi di proprie feci […]».
Mario Mieli alla coprofagia inneggia anche la sua vita: in spettacoli teatrali mangiava escremento suoi e del suo cane, e creò un “pane alchemico” in occasione di una sua estemporanea cerimonia di nozze che offrì agli invitati. Nel pane alchemico aveva impastato escrementi sperma, sudore , saliva. Con questi atti Mieli dimostra il suo violentissimo odio di sé, un odio di sé sfociato poi nel suicidio. Tutte le affermazioni di Mieli contro i valori naturali e cristiani e contro la Norma, per usare le sue parole , sono l’odio assoluto che i sommersi hanno per i salvati. Mario Mieli di odia e odia chiunque non di odi e non si autodistrugga.
La coprofagia “spontanea” è l’apogeo dell’odio di sé. La coprofagia è imposta nelle sale di tortura. Chi la applica si sta torturando da solo. È un gesto grave per l’ingestione di batteri e virus orofecali, e aumenta il rischio di diffondere epatite A, e entrocoliti, parassiti, un gesto talmente grave da essere trovato istintivamente ripugnante.