Acrobati, calderai, allevatori di cavalli.
Ce qu’on vous cache sur les Roms ! di Pierre Alexandre Bouclay è un libro pubblicato il 19 feb 2014, che descrive con molti dati e pochissimo romanticismo la attuale realtà dei Rom.
Nei secoli passati il microcosmo nomade era indicato in italiano decente con la parola zingari, parola citata in innumerevoli opere letterarie musicali a cominciare da la Traviata e da Il trovatore, parola attualmente vietata dal politicamente corretto per motivi tanto oscuri quanto granitici. La parola indicava tutti i vari componenti: camminanti, sinti, gitani e rom.
Qualsiasi fosse il nome con cui si indicava, le caratteristiche erano le stesse. Un forte istinto di coesione all’interno, una struttura fortemente patriarcale dove l’autorità spettava ai maschi, in particolare a quegli anziani, ma le donne e i bambini erano protetti. Il microcosmo nomade conviveva in un macrocosmo grazie al rispetto di alcune regole. I nomadi fornivano comunque un servizio alla comunità: erano il calderai, fabbri itineranti, indispensabili in tutti i luoghi dove non c’era un fabbro stabile, ed erano anche coloro che portavano notizie e fornivano svago in quanto giocolieri, giostrai, caldarrostai, orsari, acrobati, cartomanti, chiromanti. Oltre che con la mendicità, vivevano con la raccolta di denaro in cambio di servizi, servizi oggettivamente utili o addirittura fondamentali fino al secondo dopoguerra, unico svago concesso in molti lontani villaggi. Le grandi famiglie dei Togni e degli Orfei vengono da questo mondo. Nei campi nomadi molti avevano capacità straordinarie di acrobazia ed equilibrismo. I nomadi erano i signori dei cavalli. I grandi carri fino al secondo dopoguerra erano trainati da cavalli. La capacità di allevare i cavalli era un’altra oggettiva capacità e virtù Il magnifico teatro/circo di Bartabas, uno straordinario spettacolo equestre si chiama Zingaro, come zingaro si chiama il cavalo nero frisone: il cavallo più spesso usato nei campi nomadi.
La comunità sopravviveva vendendo competenze e poteva integrare se necessario grazie a piccoli furti, resi più facili dalle capacità acrobatiche degli uomini, e piccole truffe, rese più facili dalle millantate capacità di chiromanzia e preveggenza delle donne: hai il malocchio addosso, te lo posso levare, gli spiriti vogliono duemila lire e quell’ anello d’oro Sottolineo la parola piccolo: c’erano regole rigide. Me le spiegò un anziano patriarca del campo nomadi di Moncalieri. Per una quindicina di anni ho lavorato all’ospedale di Moncalieri: a noi si rivolgevano dal campo nomadi. Negli anni 70 si trattava di un società fortemente patriarcale, che proteggeva le donne e i bambini e che rispettava appunto le regole. I bambini che visitavamo erano sempre ben nutriti e ben curati. Non abbiamo mai curato vittime di pestaggi. Ricoverare qualcuno del campo nomadi non costituiva un problema di ordine pubblico. Durante un turno di pronto soccorso un anziano mi spiegò le regole. Si rubava un solo pollo per pollaio, se c’erano due camice stese se ne prendeva una sola: se non si faceva così, la genere sarebbe venuta coi forconi a circondare il campo. Le comunità erano sopravvissute per secoli proprio perché c’era una qualche forma di equilibrio. Tutto saltato con la tecnologia. La gente non aveva più bisogno dello spettacolo dell’orso, i cavalli sono scomparsi, per l’oroscopo c’erano i giornali femminili. Sono rimasti solo mendicità e furto.
Noi medici abbiamo cominciato a vedere bambini mal tenuti, donne che davano la forte impressione di essere in stato di servitù, vittime di impressionanti pestaggi.
Negli anni 2000 si sono create all’interno di campi nomadi linee di criminalità, di cui gli stessi rom sono vittime. Negli anni 80 è arrivato lo spaccio e negli anni 90 è arrivato lo sfruttamento della prostituzione. L’impressione confusa che noi avevamo avuto all’ospedale di Moncalieri è confermata dai criminologi che hanno studiato la situazione.
Secondo il criminologo francese Raufer, “i Rom contano tra i loro ranghi dei criminali abitudinari di cui loro sono le prime vittime. Si tratta di specialisti del traffico di esseri umani che sfruttano per primi i loro stessi confratelli. Se anche loro volessero vivere onestamente, molti nomadi sono costretti alla criminalità, sotto pena di sanzioni molto più convincenti di quelli della Repubblica francese.”
Il criminologo bulgaro Tihomir Bezlov insiste sulla potenza dell’impresa comunitaria: “ milioni di euro sono trasferiti ogni anno via Western Union, e depositati nei paesi dell’unione europea verso le famiglie di origine. In Romania villaggi interi sono in mano a cosiddetti re dei Rom, che vivono in palazzi di marmo coperti di gioielli usando limousine blindate. Questi falsi monarchi, veri mafiosi, regnano su clan di schiavi col compito di depredare l’Europa al loro profitto. Traffico di metalli, di automobili, furti, prostituzione infantile. Non si tratta di ladri di polli ma di una criminalità potentemente organizzata.”
Il SIRASCO, service information, reinsegnmant et analise strategique sur la criminalitè organizé, l’unità di lotta antimafia della polizia francese, conferma che ci si trova di fronte a una criminalità organizzata, potente e spietata.
La parte più drammatica consiste nell’addestramento dei bambini al furto. La prova il “paradigma del parchimetro”: alla fine degli anni 2000 i parchimetri francesi furono sistematicamente svaligiati da bimbi di 10 anni. Questo virtuosismo si spiega perché i bambini erano stati addestrati. In molte città francesi le videocamere di sorveglianza registrarono bimbi che con uno speciale attrezzo, una specie di forchetta a due rebbi, in pochi secondi svaligiavano parchimetro.
OCLDI l’ufficio centrale lotta contro la delinquenza itinerante informa che il 75 % degli scippi compiuti su treni metropolitana e autobus sono fatti da rom minorenni. Il Museo Louvre nel 2013 ha chiuso i battenti per protesta, uno sciopero contro la legge della Unione Europea che permette l’ingresso gratuito ai bambini nati all’interno della stessa unione. Le videocamere di sorveglianza hanno registrato innumerevoli furti: piccoli rom hanno sottratto ai turisti il loro portafoglio, dopo essere entrati gratuitamente.
Féhim Hamidovic è il nome del gentiluomo sessantenne originario dalla Bosnie-Herzégovine condannato nel 2010 per un impressionante rete criminale : centinaia di piccole ladre sono state avviate al furto. Le bimbe erano punite con abusi fisici sessuali se non portavano ogni giorno la folle cifra stabilita. Il processo è conosciuto in Francia come il processo del clan delle piccole ladre, in francese «clan des petites voleuses» . Se digitate queste parole Google arriverete alla lieta novella che nel 2014 un processo identico si è ripetuto per altre centinaia di piccole schiave: i responsabili sono i parenti di primo grado dello stesso gentiluomo condannato nel 2010.
Il caso più grave è riportato dal Teleghaph ed è successo in Gran Bretagna dove la polizia ha scoperto 200 bambini rapiti o acquistati in una delle zone più povere della Romania per essere avviati alla mendicità (https://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/romania/8027694/Romanian-gipsy-gang-snatched-200-children-from-homes-to-use-them-as-beggars.html)
Temere un gruppo etnico che ufficialmente è in pugno a organizzazioni criminali è lecito. La Comunità Europea ha stabilito linee di protezione per i Rom e fiumi di denaro che non hanno minimamente intaccato il potere dei gruppo criminali, ma che anzi lo hanno aumentato. Imporre la presenza di Rom in un condominio o in un quartiere rischia di sottoporre gli abitanti di quel quartiere agli stessi gruppi e rischia di aumentare il potere di quei gruppi sugli stessi Rom, sui bambini costretti al furto come dimostrato dalla OCLDI francese, sulle ragazzine costrette alla prostituzione, come dimostrato dalla polizia spagnola. Nessuno può imporre questo in un quartiere o un condominio.
Come si esce da tutto questo? Con la legge. La legge punisce il furto. La legge non permette la riduzione in schiavitù. La legge non permette di allevare i bambini senza mandarli a scuola e facendoli mendicare. Applichiamo la legge. La legge deve essere uguale per tutti e non deve fermarsi davanti ai campi nomadi. I bambini mandati a scuola tutti i giorni diventeranno l generazione che può integrarsi, che può fare da ponte tra la società che li accoglie e quello che ancora può essere salvato del fascino originario del popolo gitano, prima della cannabis e della cocaina, prima dei gruppi organizzati: un popolo di calderai, acrobati e allevatori di magnifici cavalli,