Conoscenza carnale.
Conoscenza carnale sono le parole che la Bibbia usa per parlare della sessualità. La sessualità è conoscenza che necessita della carne, non è solo un modo per conoscere l’altro, ma è un modo per conoscere noi stessi. Quando abbiamo dubbi sulla nostra sessualità, abbiamo sofferenza. Noi siamo sempre maschi o femmine, quando abbiamo due anni, quando scegliamo i giochi, quando scegliamo i vestiti o i film. Anche nel guardare una bottiglia siamo maschi o femmine, come sanno bene gli esperti di marketin che disegnano le bottiglie. Impedire ai bambini di essere maschi o femmine in nome di una qualche folle idea di una pretesa e inesistente omogeneità, è una violenza, come ci spiegano i pediatri dell’American College of Pediatry.
La sessualità ci permette di conoscere gli altri. Riconoscere mamma come femmina e papà come maschio. Quando questo non succede, c’è verosimilmente una sofferenza, senz’altro una fatica.
Io conosco il mio partner conoscendolo nella sessualità. E’ una conoscenza speciale che non c’è nella poesia, non nella prosa, non nella saggistica. C’è nell’incontro tra due corpi.
La conoscenza ammutolisce. È nel tacito che ci si incontra e quindi poi non ci sono parole per descriverlo. L’unica maniera è la metafora.
Tutti noi abbiamo un ombelico: siamo nati dal corpo di una donna, legati a lei da un cordone fatto di sangue, ossigeno e nutrimento. Tutti siamo nati dall’incontro di un gamete maschie e uno femminile, così che un uomo e una donna hanno dato un mano a Dio nella creazione.