Demonologia della malattia provocata e del dolore inutile.
Riporto per chiarire cosa sia il conformismo, l’appiattirsi sul pensiero unico, sul più totale e perbenista politicamente corretto questo articolo di Niram Ferretti. Queste persone carine e simpatiche non hanno mai fatto una rettoscopia in vita loro, per loro la parola omosessualità vuol dire tolleranza, apertura mentale e bandierine arcobaleno. Per me la parola vuol dire ascessi anali, ascessi perianali, fistole anali, fistole perianali, dolori e pus, ragadi e emorroidi, dolore e sanguinamento, prolasso e incontinenza, dolore e umiliazione, verruche, herpes, lue, gonorrea, e cancro. Epatite B e aids non si diagnosticano in rettoscopia, ma le aggiungiamo. Perché i liberal riportano continuamente su un piano metafisico un discorso che è fatto di pus dolore, morte di gente giovane?
Perché inventano un significato religioso a una frase che è semplice criminologia? Il dolore della penetrazione anale, molto più violento dello stupro vaginale, essendo il danno maggiore, è stato usato in iniziazioni di sette sataniche.
Demonizzazione dell’ano? che sciocchezza. L’ano è un organo come qualsiasi altro organo e deve restare sano, e per restare in salute deve esserne rispettata la fisiologia. L’ano è fatto per defecare. Il retto contiene feci e le feci sono settiche, chiunque neghi queste affermazioni sta mentendo. Le feci sono settiche, molto, e quando si entri in contatto con un quantitativo di feci superiori a 3 grami la carica microbica è pericolosa, e occorre lavarsi le mani con l’amuchina per evitare di diffondere virus e batteri orofecali. Nella penetrazione anale si causa fuoriuscita di feci fino a 20 grammi, la carica microbica è pericolosa. Ma il liberal lo sa che secondo l’Istituto Superiore di Sanità dopo i grandi Pride ci sono picchi di epatite A?
http://www.epicentro.iss.it/epatite/EpatiteAMsm
Ma dai, cosa vuoi che gliene importi a un liberal di una cosa stupida come l’epatite A? Il liberal parla di amore e tolleranza, tanto quelli che si ammalano e muoiono sono i gay, come dice il mio amico e ex gay Joseph Sciambra. Per il liberal l’importante è la tolleranza, anche tollerare il dolore e la morte altrui senza intervenire, senza prevenire, senza indicare che ci sono altre strade, perché ci sono. Queste strade ci sono, sono difficili, sono in salita, ma sono magnifiche, e portano all’equilibrio.
Ma il liberal lo sa che i gay hanno 17 volte di più il rischio di ammalarsi di cancro dell’ano? che sono il 2% della popolazione e che sono il 50% dei nuovi casi di aids e l’80% dei nuovi casi di lue, che per inciso sta diventando resistente agli antibiotici?
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21857351
[1] https://www.cdc.gov/msmhealth/STD.htm
Chi tocca le feci in quantitativi superiori ai 3 grammi deve lavarsi le mani con l’amuchina. La metafisica non c’entra. Per questa affermazione sono disposta a subire qualsiasi persecuzione, esattamente come le persecuzioni le subì Semmelweiss, l’eroico medico che osò dire ai medici che dopo aver fatto le autopsie a dopo aver toccato cadaveri prima di visitare le partorienti dovevano lavarsi le mani col fenolo. Che offesa! Semelwess fu ridotto a morire della stessa febbre settica che aveva evitato alle donne. Ma le donne smisero di morire.
Riassunto: le feci sono settiche e i cadaveri pure: chi li tocca si disinfetti le ani e lo faccia ringraziando per l’informazione.
Il liberal sa che gli ex gay dichiarano di essere molto più felici da ex, e che benedicono coloro che, con le loro parole, li hanno aiutati al cambiamento?
No, gli ex gay probabilmente per il liberal non esistono.
Quello che il liberal sa è che la scienza (quale? non si sa. come? non si sa. La Scienza), ha dichiarato normale e sano un comportamento che moltiplica la malattia e quindi questo comportamento è sano e normale. Lo ha detto la scienza. La medicina non è una scienza: non abbiamo la riproducibilità dei fenomeni. La psichiatria non ha nemmeno la verifica anatomopatologica. L’unica cosa certa in medicina è la pericolosità del dogma e la necessità di continuare a raccogliere onestamente dati, senza mai fermarsi.
La mia scienza e la mia coscienza mi dicono che nulla che causi dolore e malattia deve essere considerato normale, e che mio dovere di medico è dare la mia carriera, il mio denaro e se necessario anche la vita per affermarlo.
Adesso voi, che siete convinti che un uomo possa essere gay e che voi lo siate: è tutto nella vostra mente, e la mente è plastica, può cambiare.
Tu puoi cambiare. La prevenzione primaria della lue è evitare i comportamenti a rischio, fare il test è prevenzione secondaria che ti stanno vendendo per primaria. La prevenzione primaria dell’HIV è evitare i comportamenti a rischio. La prevenzione primaria dei danni proctologici è evitare le sovradilatazioni, cioè evitare il dolore.
E ora ascolta me: hai il diritto di vivere senza dolore, hai il diritto di vivere senza essere dal proctologo ogni 6 mesi, se non ogni due, hai diritto di vivere sano, hai il diritto che il tuo intestino serva solo per digerire e non sia il giocattolo di altri uomini. Hai il diritto di sapere che non sei nato “così”, se vuoi puoi non morire “così” e che chi accetta questo tuo comportamento fingendo di accettare te ( tu non sei il tuo comportamento), ti sta inchiodando a tutta una vita di visite proctologiche e esami dell’HIV e lue.
Qui ci sono le prime righe del testo “ riscoprirsi normali” dello psicoterapeuta ex gay R. Cohen
- Nessuno nasce con un orientamento omosessuale
Non esiste alcun dato scientifico a sostegno dí una base genetica o
biologica dell’attrazione verso individui dello stesso sesso.
- Nessuno sceglie di provare attrazione per individui dello stesso
sesso.
Tale attrazione è la conseguenza di traumi infantili irrisolti che
conducono alla confusione dell’identità sessuale.
Gli individui possono scegliere di cambiare e di passare da un
orientamento omosessuale a un orientamento eterosessuale.
L’attrazione per individui dello stesso sesso non è congenita.
- Ciò che si è imparato può essere disimparato.
Quando le ferite vengono guarite e vengono colmati i bisogni
insoddisfatti, si sperimenta l’identità sessuale e viene alla luce il
desiderio eterosessuale.
Non siamo di fronte a una cosa buona o cattiva, ma a un disturbo
affettivo nei confronti di individui dello stesso sesso.
Non c’è nulla di “gaio”* nello stile di vita omosessuale; è caratterizzato
da molte delusioni e il più delle volte da una incessante
ricerca d’amore attraverso relazioni codipendenti.
Non è una cosa cattiva provare attrazione per individui dello
stesso sesso, poiché ciò rappresenta uno stimolo a guarire un bisogno
d’amore insoddisfatto. Tuttavia, agire in base a tale desiderio
provoca frustrazione e sofferenza.
Ci si trova di fronte a un disturbo affettivo nei confronti di
individui dello stesso sesso per cui l’individuo non riconosce la
propria mascolinità o femminilità e cerca disperatamente di colmare
la lacuna unendosi a qualcuno dello stesso sesso.
In questo libro presenterò le cause che sono alla base dell’attrazione
per individui dello stesso sesso, un modello chiaro per il
recupero e alcune testimonianze di individui che hanno sperimentato
il cambiamento.
Queste affermazioni sono oggi sotto censura. In alcune nazioni è addirittura vietato parlare di terapia riparativa, chi la pratica deve farlo di nascosto o rischia l’espulsione dagli ordini degli psicologi.
La “terapia riparativa” afferma che la cosiddetta omosessualità è una riparazione a un danno al senso della proprio virilità.
La psichiatria ha tolto l’omosessualità dai suoi manuali, manuali ottenuti per votazione, nulla di scientifico. Questa scelta fu fatta, in effetti, per due motivi politici, la cosiddetta Rivoluzione Sessuale e le violente manifestazioni del movimento per i diritto gay, e per un (giusto) motivo umanitario, per eliminare fattori di discriminazione nei confronti delle persone omosessuali: contrariamente ai paesi cattolici, i paesi protestanti avevano l’omosessualità nei codici penali e civili. A questo si aggiunge la pressione delle compagnie di assicurazione: una volta “normalizzata” non rientrava più nelle terapie da rimborsare. Lo stesso Robert Spitzer, nel 1973 presidente della ‘Commissione Nomenclatura’ dell’APA, che volle da derubricazione in seguito a una ricerca compiuta nel 2001 e confermata nel 2003 sull’efficacia della terapia riparativa, cambiò idea in merito alla possibilità di cambiamento dell’orientamento sessuale.
Se vuoi cambiare ti può aiutare
- seguire il sito
http://omosessualitaeidentita.blogspot.it
sito che racconta le esperienze delle innumerevoli persone ex gay
- Leggere i libri di Joseph Nicolosi
leggere La battaglia per la normalità
Nel libro è spiegato con chiarezza che l’emancipazione dal comportamento omoerotico, dalla dipendenza dal dolore, dall’inversione del senso del piacere e del dolore, necessita in un determinazione d’acciaio. Per farcela sono necessarie motivazioni di acciaio. Chi disapprova un comportamento che ti danneggia, ti sta dando quelle motivazioni. Perché ti vuole bene, vuole in tuo bene, tiene a te. Chi ti vuole inchiodato a un ruolo fatto di visite proctologiche e test per l’HIV, non ti ama. E non è solo il proctologo o il test dell’HIV. C’è la tristezza delle chat, dei battuage, delle saune, e poi ancora chat, e di nuovo battuage, anno dopo anno. L’uomo non è fatto per questo.
ps: perché non parlo mai di donne con comportamento omoerotico e di uomini con comportamento omoerotico in posizione up o top? Perché non li conosco. La mia esperienza medica di chirurgo e endoscopista si limita al dolore e alla cronicizzazione di patologie dei maschi bottom. Ovviamente la mia esperienza è limitata a che aveva necessità di cure mediche. Molti non hanno necessità di cure mediche. Esattamente come non tutte le persone che fumano hanno il cancro del polmone, meno del 20%. Per questo che ha osato affermare la correlazione tra fumo e cancro, i primi valorosi medici, si sono trovati di fronte le denunce per diffamazione delle lobbies del tabacco e i soliti liberal che domandavano: dove sono le tue prove? Se quello che dici è vero perché non sei sulle riviste scientifiche? Già, chissà come mai. Torniamo a noi. Dato che sono molto accogliente, più della maggior parte dei miei colleghi, i pazienti che curavo mi hanno aperto anche il loro cuore. Di gaio non c’era nulla. Non ho potuto né saputo impedire il loro dolore. Ora voglio diventare qualcuno che indica la strada per uscirne.
L’articolo di Niram Ferretti.
http://caratteriliberi.eu/2019/01/04/paralleli/demonologia-dellano/
Demonologia dell’ano
di Niram Ferretti –
Nei tempi neo-tribali che ci tocca vivere, dove, dopo il tramonto delle ideologie e dei sistemi forti, sono succeduti ampi accorpamenti di schieramenti antagonisti, tutti con i loro culti, tifi, slogan, hooligans, capetti e ducetti vari, anche la sessualità gioca la sua parte. Se trionfa, in campo progressista, il gayismo o omossessualismo come modello socio-culturale che promuove la famiglia alternativa gay con figli surrogati e matrimoni come avente identica equivalenza rispetto alla famiglia eterosessuale biologicamente predisposta alla riproduzione, in campo tradizionalista, e qui in Italia, molto cattolico e vicino a volte ad accorpamenti neofascisti, l’anatema contro l’omosessualità non solo non perde colpi, ma si rinnova tambureggiando.
D’altronde, il tam tam è delle foreste, anche quelle metropolitane dove le tribù in lotta tra di loro si fronteggiano. Guerriera della tribù che difende la famiglia eterosessuale dalle pestifere influenze omosex, c’è il medico chirurgo torinese Silvana De Mari (non a caso impugnante un’ascia a un convegno dell’organizzazione ultracattolica Christus Rex), che è anche scrittrice specializzata in fantasy, per la quale l’omosessualità è patologia e dunque necessaria di cure acconce al fine di riportare i gay sulla retta via dell’eterosessualità e del coito con donna a cui, si spera, consegua numerosa prole.
La De Mari, nella sua crociata contro la tabe gay usa, da una parte, l’armamentario medico di chi informa dei danni e delle infezioni che provoca il sesso anale, poiché l’ano, non quello solare di Bataille, ma quello effettivo dell’apparato rettale non è preposto al coito, dall’altro, quello retorico di chi nell’ano vede non solo l’orifizio da cui espellere le feci, ma il buco nero di una abiezione che può essere redenta se solo lo si vuole.
In una intervista di qualche tempo fa alla Zanzara, la dottoressa sottolineò come ai piani alti, eh sì ai piani alti, del satanismo, la sodomia è pratica iniziatica. E se Satana è indubbiamente colui a cui si rivolgono i satanisti, l’ano diventa, degli orifizi del corpo umano, il simbolo della sterilità o della negazione della riproduzione quando venga usato a modo di organo sessuale, poiché per natura solo la vagina è preposta ad essa, l’ano no, e nemmeno, se è per quello, la bocca. La bocca, tuttavia, che pure può essere adoperata per i baci e anche, naturalmente, per il sesso orale, non evoca la pratica “contro natura” per eccellenza, la sodomia, e dunque, anche se vi sono indubbiamente malattie che possono essere contratte dal suo contatto con gli altrui organi sessuali, essa non è così facilmente demonizzabile come l’organo inferiore che produce deiezione. Infatti, la De Mari, non ce l’ha affatto con la bocca.
Così, affermare, come ha fatto, che stringerebbe la mano a un omosessuale solo dopo essersela lavata con l’amuchina, oltre ad avere una connotazione intrinsecamente razzista mascherata da cautela medica, fa parte della stessa retorica del disgusto e della repulsione che essa adopera per demonizzare gli omosessuali spingendoli nella tenebra del Male e dunque nelle braccia del Signore delle Mosche, e le mosche, si sa dove amano posarsi e deporre le loro uova.
A quasi due secoli dall’amore che non osa dire il proprio nome e dopo millenni in cui l’omosessualità è stata considerata prima peccato, poi vizio, quindi malattia con conseguenti terapie, come quella che venne applicata ad Alan Turing, con correlata castrazione chimica, che portò il genio inglese al suicidio, la De Mari ci dice sulla base di casi di presunta reversibilità sessuale, che l’omosessualità sì, è malattia da cui si può uscire, anche se, a supporto di questa stregonesca tesi non esiste alcuna rilevante e convincente percentuale statistica che possa suffragarla. Ma non importa, l’importante, in questi nostri tempi ricchi di fattucchiere, streghe, stregoni e mistagoghi da fare impallidire i tempi in cui si organizzavano i sabba e si processavano le streghe per il loro empio commercio con il Diavolo, è trovare uno strapuntino dove collocarsi e mostrarsi a un pubblico in cerca di sapori forti, come paladini o paladine di una rinascita o riscossa, o come vittime di consorterie e caste, di cui, quella gay sarebbe potentissima e si vedrebbe minacciata da cialtronesche pharresie millantate come scienza.
Ma la De Mari e altri che la pensano come lei, faticano a capire che non è demonizzando il sesso anale che si può contrastare efficacemente chi vorrebbe fare credere che non esisterebbe una sessualità normata dalla natura e che le famiglie omosessuali o quelle eterosessuali sono esattamente equivalenti. Non è cioè con l’apparato della pseudoscienza a servizio dell’integralismo religioso che ci si può difendere dall’ideologia. Lo si può fare solo con buoni argomenti, con l’equilibrio e la misura della ratio, merce sempre più rara oggi, in cui i terribili semplificatori evocati da Jacob Burckhardt, sono diventati piazzisti che vendono prodotti sempre più scadenti.