Distopie: il contrario di Utopia.
I due grandi romanzi distopici del ventesimo secolo sono Il mondo nuovo di Aldous Huxley, e 1984 di George Orwell. Se non conoscete questi libri, leggeteli. I due autori si conoscevano, Orwell era stato allievo di Huxley all’Eton College. in una lettera del 21 ottobre 1949, in cui Huxley ringrazia Orwell per avergli spedito una copia di 1984, viene messa in rilievo che la fondamentale differenza tra le due dittature è quella sessuale.
Nella distopia di Orwell una dittatura opprime al di là di ogni limite il popolo , e blinda in maniera molto puritana la sessualità: la famiglia però è permessa, anche se devastata, come effettivamente successe in Unione Sovietica, dalla spinta che i figli subiscono per denunciare i genitori, anche se derisa dallo stesso nome del dittatore, the Big Brother, tradotto in italiano come il Grande Fratello, che è una delle maniera di dire fratello maggiore. Il popolo è affamato, torturato, terrorizzato, sempre immerso in una qualche guerra, sempre all’inseguimento del nemico del popolo numero uno e dei suoi accoliti, che impedisce la felicità e l’abbondanza, che però non viene acchiappato mai.
Nella distopia di Huxley, un nuovo ordine mondiale governa il mondo con infinita facilità perché la gente è immersa nel piacere, il piacere insulso del sesso facile e promiscuo che è obbligatorio. Chi si sottrae è un paria, La famiglia è vietata. La maternità anche: in un laboratorio il pargolo viene meglio e viene proprio come lo si vuole.
Se volete trovare la distopia di Huxley leggete un giornale femminile, accendete la televisione, oppure leggete il testo dei libri che dovrebbero educare i nostri figli: il sesso è ridotto a uno strofinio di organi sessuali e porzioni del tubo digerente. La maternità non è veramente vietata, certo, solo sconsigliata, molto sconsigliata. Avere un bambino a 18 anni, l’età migliore secondo madre natura è considerato balzano e irresponsabile. I bambini vanno messi al mondo in età canonica e a unità: tutti figli unici privi di cugini. Una donna che voglia averne quattro o cinque o, perché no, anche sei viene considerata una pazza che ruba le risorse del pianeta.
E sulle teorie malthusiane è basta la terza distopia, meno nota delle precedenti, praticamente sconosciuta, ma forse non meno importante: Il seme inquieto del cattolico Antony Burgess, l’autore di Arancia meccanica: si immagina un mondo dove l’omosessualità è caldamente raccomandata, così si tiene bassa la natalità, in effetti quasi obbligatoria. Il Ministero dell’infertilità affigge sgargianti manifesti che mostrano manti dello stesso sesso, una forma di eroismi civico è farsi castrare. L’ideale è l’individuo asessuato.
Una distopia, certo, un esercizio letterario.
Quarto autore inglese che vale la pena di citare è Chesterton: verrà il momento in cui dovremo sguainare le spade per proteggere l’ovvio. Il momento è venuto. L’ovvio deve essere difeso, perché se smarriamo il senso dell’ovvio, allora le distopie diventeranno realtà, gli incubi si avvereranno.