Prime notizie del mio processo.
Un processo alla libertà di parola alla libertà scientifica.
Sono stata querelata dall’ associazione LGBT Coordinamento Pride di Torino per aver fatto con estrema scortesia affermazioni scientificamente e statisticamente corrette. La mia è parresia, diritto dovere di dire la verità. La dico in maniera brutale, per nulla politicamente corretta. La verità che dico e la mia maniera brusca di dirla possono causare imbarazzo, ma garantisco che trovarsi con un’epatite è molto più doloroso e imbarazzante, morire prima dei trent’ anni di cancro dell’ano è terribilmente doloroso, è atroce, le infezioni da Escherichia coli possono essere in alcuni casi devastanti. Il mio processo sta diventando un evento mediatico a tutti gli effetti, e questo è un punto positivo: comunque si concluda il processo, le mie idee stanno circolando ed è quello che volevo.
Il giorno 30 ottobre ha avuto luogo l’istruttoria e vorrei riportare 3 dichiarazioni fatte dei denuncianti, con un mio commento..
- Il coordinamento Torino Pride include 19 associazioni LGBT del Piemonte, per un totale di 200 persone.
Il Piemonte ha 4,5 milioni di abitanti. Le persone con orientamento omoerotico sono il 2% dela popolazione, cioè sono circa 80.000. Il movimento LGBT del Piemonte include 200 persone che nessuno ha eletto. I movimenti LGBT non rappresentano nessuno, se non se stessi, dato che nessuno li ha eletti. Sono poche centinaia di persone.
- Le persone omosessuali hanno malattie sessualmente trasmissibili, come tutti.
Tutte le malattie sessualmente trasmissibili sono enormemente più frequenti nei maschi che hanno sesso con altri maschi. Non parliamo solo di aids, ma anche di gonorrea e sifilide, che sono aumentate del 400% negli ultimi due decenni, e che stanno diventando resistenti agli antibiotici. È comparso in Europa e sta diventando una nuova epidemia il linfogranuloma venereo da Clamidia. A questo indirizzo [1] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/21857351 potete trovare un articolo su un territorio molto ristretto, New York city, che afferma che i maschi omosessuali hanno un rischio 140 volte superiore di contrarre l’AIDS. I maschi omo sessuali hanno un rischio 17 volte superiore di sviluppare u cancro dell’ano, e l’età di insorgenza è più basso.
La differenza non è solo statistica. Potete trovare tutti i dati sul sito della ESSTI Eureoean Sureveillance of Sesuality Trasmitted Infection Network ci sono quattro malattie, epatite A, giardiasi, amebiasi e Escherichia coli che sono diventate malattie sessualmente trasmissibili. Per quanto riguarda l’epatite A, l’ISS , Istituto Superiore di Sanità, ci informa che l’epatite A è quintuplicata tra i maschi omosessuali, e che ci sono i picchi dopo i grandi Pride.
- Noi facciamo prevenzione distribuendo preservativi.
Non si fa prevenzione distribuendo preservativi. L’OMS ha delle linee guida completamente diverse. Per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili occorre ricorrere, se si vuole veramente prevenirle, al sistema ABC. A sta per abstinance: castità, e B per be safe, sii fedele, un solo partner per tutta la vita e che di questo partner tu sia l’unico partner. Le malattie sessualmente trasmissibili si fermano scoraggiando la promiscuità, incoraggiando fedeltà e castità, perché tutti sappiamo che le persone che usano il preservtivo sono meno della metà, secondo alcune statistiche meno del 25%, La C di ABC sta per condom, che quindi è il piano C, non il piano A. La vera prevenzione è castità e fedeltà. I Pride incoraggiano la promiscuità, che non ha nulla di gaio, è una forma di autoprofanazione, oltre che un rischio immenso. Se si cambiano centinaia di partner è per insoddisfazione, perché si sta cercando qualcosa che non si trova, perché non è dove lo si sta cercando.
Il preservativo moltissime persone non lo mettono e mai lo metteranno. In molti rapporti tra persone non lucide per l’alcool o altro non si mette. Sappiamo tutti che nella più rosea delle ipotesi il preservativo lo usano il 50% delle persone che dovrebbero usarlo. Incoraggiare la promiscuità come una gaia festa e distribuire preservativi non è fare prevenzione, infatti da quando le malattie sessualmente trasmissibili stanno aumentando.
Se anche viene messo, il preservativo non è sicuro al 100%. Riporto un unico articolo, pubblicato nel 2014 su La Repubblica, e quindi accessibile anche a non medici, che afferma che il preservativo da solo non è sufficiente per prevenire il contagio di AIDS: occorrerebbe aggiungere farmaci retrovirali. Il preservativo, cioè, non è sicuro al 100%
L’Oms lancia l’allarme: l’Aids, una delle malattie a trasmissione sessuale più temibili, sta ‘esplodendo’ tra gli omosessuali. Sebbene la malattia abbia subito un notevole arretramento negli ultimi anni, i dati dell’Organizzazione mondiale della sanità parlano chiaro: tra gli omosessuali di sesso maschile il rischio di contagio è 19 volte più alto che nel resto della popolazione. Per questo le nuove linee guida dell’organizzazione con sede a Ginevra invitano i gay ad assumere i farmaci antiretrovirali come forma di prevenzione. …
Lo scorso maggio le autorità sanitarie statunitensi avevano consigliato i farmaci a tutti i gruppi a rischio, sulla base di studi che indicano che una pillola al giorno unita al preservativo abbassa il rischio del 25%. “Se gli omosessuali seguissero questa profilassi – sottolinea il comunicato dell’Oms – si potrebbero evitare un milione di nuovi contagi in dieci anni”. …
E ora una regola per tutti: chi ti ama, cerca di salvarti la vita e la salute. Chi non cerca di salvarti la vita e la salute non ti ama.