Ama il tuo corpo. È l’unico che hai.
Non amare il proprio corpo è una perdita di identità. La mancanza di amore per il proprio corpo è sempre il sintomo di una perdita di identità e causa una perdita di identità. Un’altra delle conseguenze della perdita di religiosità cominciata con l’illuminismo è la perdita della dignità della bruttezza. Nessuno ha mai fatto salti di gioia all’idea di esser brutto, ma in altre epoche anche da brutti si poteva campare. Se guardiamo le fotografie della “Bella Rosina”, la moglie morganatica di Vittorio Emanuele II, sposata cioè senza che i suoi figli appartenessero alla linea ereditaria, ci rendiamo conto che hai nostri tempi l’asticella è sempre più in alto. In passato era permesso e normale essere bassi, al punto tale che, in un’epoca in cui, se mancavi di rispetto al re finivi impiccato, un re basso poteva essere serenamente chiamato Pipino il Breve. Oggi essere bassi è una dannazione, persino l’aggettivo basso è proscritto, si deve dire di bassa statura, è più politicamente corretto. Il tavolino è basso, il ragazzo è di bassa statura. In realtà, il politicamente corretto è un insulto: se basso non si può dire, vuol dire che nell’essere basso c’è qualcosa di sbagliato. Che alto sia più bello che basso, che essere un metro e ottanta sia più aggraziato che essere un metro e mezzo è una forma di razzismo, perché si critica una caratteristica genetica. I popoli cacciatori, norvegesi, svedesi, vatussi, hanno il femore lungo e ingrassano con difficoltà, perché altrimenti diventa difficile correre dietro alle prede, i popoli agricoltori hanno il femore più corto quindi quella caratteristica prosaicamente chiamata sedere basso, e ingrassano con facilità, per avere scorte durante le carestie. Essere bassi è più sano che essere alti. Gli alti hanno maggiore tasso di neoplasia: negli alti c’è più roba e quindi c’è più roba che si più ammalare. Hollywood ha venduto l’altezza con una determinazione incrollabile che però era nulla se paragonata a quella dei disegnatori di moda, padri nobili dell’anoressia. I gioielli della tolleranza e del politicamente corretto non hanno mai risparmiato il dileggio delle persone basse: Dario Fo ingiuriava Fanfani, difficile non aver ricevuto almeno una mail con la battuta su Brunetta o Berlusconi. Alcune persone si sono massacrate con interventi di allungamento delle ossa, che in alcuni nasi non sono andati a buon fine e hanno lasciato invalidità. La prima regola per essere infrangibile è restare in armonia col proprio corpo. Il corpo va accettato. E amato. Non va sottoposto a interventi chirurgici se non per aumentarne la salute e per diminuire patologie. Riappropriamoci delle parole e possiamo cominciare a essere fieri della nostra statura qualsiasi essa sia: ce l’hanno lasciata in eredità i nostri antenati insieme alla vita. Se questa statura non è un gran che è perché i nostri antenati hanno sofferto parecchia fame:un motivo in più per essere fieri di loro, che si sono trascinati, carestia dopo carestia, ma ugualmente hanno avuto abbastanza fede nella vita da mettere al mondo i loro figli e di qui arriviamo noi. Comunque Danny De Vito, uno degli attori meno alti di Hollywood è stato per diversi anni nella lista dei 10 uomini più sexy d’ America. Quello che conta sono il sorriso e la grinta.
La statura, la “bellezza” secondo alcuni standard, la giovinezza sono diventate ossessioni.
Impariamo a essere fieri delle nostre rughe, se ne abbiamo è perché siamo ancora vivi, e lo stesso vale per i capelli bianchi. Nelle mie rughe ci sono tutti gli anni che ho vissuto, il dolore per la lunga agonia di mio padre, l’orrore, per la SLA della mamma, ma anche la gioia per le nascite, per la vita che scorreva. Perché cancellarle? La chirurgia e l’anestesia sicure non esistono. La chirurgia e l’anestesia sono dolore e malattia, malattia chirurgica appunto. Ogni intervento deve essere necessario.
La dignità della bruttezza esiste solo nel cristianesimo, nell’ebraismo e nel buddismo. Nel mondo greco romano la bellezza è il primo segno dell’amore degli Dei. I brutti, gli storpi, i nani sono maledetti, quindi anche cattivi. Le statue greche e romane rappresentano gente bella e in buona salute. Nelle nostro chiese appeso alle croci c’è un corpo sfigurato dal dolore.
Nel mondo greco romano, come nel mondo post illuminista prevale la infantile teoria che brutto e cattivo siano sinonimi. Nei primi film in bianco e nero i cattivi si riconoscono subito perché sono brutti.
Nel mondo post illuminista e con il delirio scientifico, il fatto che brutto e cattivo sono sinonimi si chiama fisiognomica. A Torino abbiamo Lombroso che impazza. Avete le orecchie a sventola? Siete un ladro costituzionale. Se non avete ancora rubato è un caso, ma vi mettiamo in riformatorio lo stesso. Nel mondo post illuminista i pazzi e i sadici si muovono nell’ambito della cosiddetta scienza e dell’anticlericalismo permanente: nascono le pseudo scienze: la fisiognomica è una di queste.
La fisiognomica è contraria al concetto cristiano di libero arbitrio, quindi chi negava la fisionomica era accusato di essere una baciapile nemico delle scienze. Che la fisionomica fosse un ammasso di idiozie, indimostrata e indimostrabile, era secondario.
La fisionomica ha fatto morti e feriti. I morti sono stati atroci e i feriti sono stati feriti gravi.
Ci sono persone che si sono fatte anni di riformatorio o decenni di manicomio solo perché avevano la testa della forma sbagliata. In Germania Bruno Lüdke, un povero disgraziato, una specie di Forest Gump, dichiarato autore di un terzo di tutti i crimini irrisolti della Germania perché aveva il cranio da criminale, fu rinchiuso nell’Istituto di Medicina Legale, dove fecero su di lui diversi esperimenti, un calco della faccia. Fu ucciso nel 44 e dimostrato innocente di tutti i suoi cimini qualche decennio dopo. La fisiognomica è uno dei pilastri della teoria nazista. I medici tirarono fuori i compassi, si misero a misurarci i crani dei ragazzini e buttarono fuori dalle scuole quelli che si chiamavano Einstein, Frank e Levi.
Il disprezzo per i brutti è la base dell’eugenetica, letteralmente bella genetica, vale a dire eliminiamo quelli con i cromosomi scadenti, ma è anche la causa di fiumi di infelicità, di disperazioni per motivi risibili, i brufoli, che peggiorano con lo stress e quindi si autoalimentano, il deretano troppo grosso secondo lo standard dettato da chissà chi.
Riempiamoci di affetto e anche un po’ di compassione per il nostro corpo, è l’unico che abbiamo.