Un’intervista da La baionetta.
La Baionetta: Conversazione al fronte: Intervista a Silvana De Mari
Tratto da “La Baionetta”
Silvana De Mari, medico-chirurgo, psicoterapeuta e scrittrice fantasy di fama internazionale. Che non a caso è considerata da molti la J.K. Rowling italiana. Dal 2000, anno della sua prima pubblicazione per ragazzi: L’ultima stella a destra della luna (Salani), ad oggi i suoi libri sono stati molti, come i premi ricevuti da più parti del mondo. Vale la pena ricordarne alcuni di grande successo: La bestia e la bella, L’ultimo elfo, L’ultimo orco, Il drago come realtà (ed. Salani), L’ultima profezia del mondo degli Uomini Io mi chiamo Yorsh (Fanucci), Il cavaliere, la strega, la Morte e il diavolo, La realtà dell’orco (Lindau). L’abbiamo intervistata perché colpiti dalla sua idea di fantasy, inteso non come fuga dal mondo, bensì come metodo attraverso il quale riconoscere tutto ciò che di buono bello e vero esiste su di esso. Sulla scia di Lewis e Tolkien. Di fatti le sono state poste delle domande su alcuni dei temi di più stretta attualità, che rappresentano delle vere sfide all’umano e al bene comune. Come è nel suo stile, la De Mari ha risposto con la fermezza di chi non si piega di fronte a nessuna menzogna politically correct, ma desidera ardentemente indicare la strada più ragionevole da seguire per una vita migliore.
1)Parto da una semplice ma non banale domanda, perché scrive libri di fantasy?
Perché avevo bisogno di un contenitore dove poter parlare della storia e di Dio. La storia della mia epoca e della mia civiltà, quella europea. Oggi, finalmente, indipendentemente dal fatto che siamo credenti o liberi pensatori o atei perché è irrilevante, noi non possiamo non dirci discendenti del pensiero cristiano, anzi ebraico-cristiano. Se non lo facciamo, se non ritroviamo la fierezza della nostra storia e delle nostre radici spirituali, il nostro pensiero non potrà davvero rinnovarsi e sarà sconfitto. In primis dal duro confronto con l’islam, la cui shar’ia nega in principio la possibilità dell’attuarsi della dichiarazione dei diritti dell’uomo. Nel 1895 Lévi-Strauss rilasciò un’intervista in cui era nitidissima ormai la sua visione apologetica dell’Occidente: “Ho cominciato a riflettere in un’epoca in cui la nostra cultura aggrediva altre culture, e a quel tempo mi sono eretto a loro difensore e testimone. Oggi ho l’impressione che il movimento si sia invertito e che la nostra cultura sia finita sulla difensiva di fronte a minacce esterne, fra le quali figura probabilmente l’esplosione islamica. E di colpo mi sono ritrovato a essere un difensore etnologico e fermamente deciso della mia stessa cultura”. Sottoscrivo. Ricordiamo tutto questo. E allora salveremo tutti, sia i nostri figli che i figli di coloro che credono di essere i nostri nemici.
2) Visto che ha parlato di islam: da dove trae origine il terrorismo che lo contraddistingue?
Il terrorismo islamico ha una data di nascita precisa, il 22 novembre 1941, quando a Berlino Adolf Hitler ha pronunciato la frase: “Il nazismo ha due anime, tedesca e islamica”. Quel giorno fu stretto un patto d’acciaio tra Hitler il Gran Muftì di Gerusalemme, lo zio di Arafat e la più alta autorità dell’islam sunnita. In cambio dello sterminio degli ebrei, il Gran Muftì di Gerusalemme offrì l’alleanza di tutto l’islam: Egitto, Siria, Iran, Iraq e ovviamente Palestina. Il nazismo e l’islam hanno gli stessi valori e gli stessi nemici, fu detto in tale occasione. Non a caso nel mondo arabo il Mein Kampf è il secondo libro più letto, dopo il Corano.
3)Vi è qualche speranza di aiutare i musulmani a rifiutare la violenza e ad accettare un sano confronto con i cattolici e chi altro non la pensa come loro?
Una certa condizione, anzi due, possono alimentare questa speranza: come dicevo poc’anzi, che l’Europa non dimentichi le proprie radici cristiane, medievali, divenendo così un autorevole interlocutore, per chi ha difficoltà a comprendere una sana idea di laicità, e che persone come Mahmoud Mohamed Taha siano ascoltate e supportate. E’ il Gandhi sudanese (altro che i fantomatici “ribelli moderati”), impiccato sulla pubblica piazza di Khartum mentre benediceva la folla; era un uomo che amava la vita, amava l’umanità e amava la pace; affermava che il Corano si divide in due parti: le sure della Mecca, che affermano la pace, il rispetto per i non musulmani, l’uguale dignità delle donne rispetto agli uomini, e quelle feroci di Medina, che incitano alla guerra, alla ferocia, all’odio e alla discriminazione. Le seconde furono necessarie per affermare l’islam nella sua epoca, ma ora l’islam deve abbandonarle e seguire le prime, così da tracciare una seconda via, coniugandosi con il divenire della storia e affermando un “jihad di pace”. Le affermazioni di Taha sono contrarie al pensiero islamico prevalente da nove secoli, che considera eterno, quindi senza un prima e senza un dopo, il testo sacro, venuto direttamente da Allah, e quindi non assoggettabile a nessuna interpretazione. E’ questa affermazione che impedendo la filologia ha causato la chiusura dell’islam alla filosofia. Fatto non avvenuto nel cristianesimo: San Tommaso d’Aquino lo conferma. Ma questo oggi, come tante altre questioni fondamentali, tra cui che l’uomo e la donna siano fatti per completarsi e amarsi per sempre, il matrimonio sia solo fra uomo e donna, che i bimbi abbiano bisogno solo di loro, è ostacolato dal politically correct – il bipensiero di cui parla Orwell in 1984: il più ignobile impasto di manipolazione, intimidazione, razzismo e ipocrisia – usato dagli ambienti laicisti: irreligiosi relativistici. Non è detta l’ultima: le armi per fermarlo, tenerlo a freno ci sono: si chiamano verità e coraggio.
4) Le chiederei di approfondire la questione radici cristiane, medievali.
E’ dal Medioevo che siamo nati. Il crollo dell’Impero romano è stato un evento di una violenza inaudita e noi nasciamo da lì. Tutti noi abbiamo nei cromosomi un po’ di romani e un po’ di barbari. Il risultato fu una società di una violenza spaventosa, ma vitale. La Chiesa salvò la scrittura, il concetto di Dio e il valore del dolore. Sempre con il cristianesimo come collante, sempre feroci e armati fino ai denti, abbiamo cominciato ad andare avanti, siamo arrivati alla dichiarazione dei diritti dell’Uomo e alla vaccinazione antivaiolosa. Questa è la nostra storia e la propria storia non si rinnega mai. Se permettiamo a tutti di sputare addosso al nostro passato, perderemo quella dichiarazione. Il popolo, se questa parola può ancora essere usata, ha intuito confusamente che i libri di storia, che accennano appena alla ferocia di Lenin, di Stalin, di Mao e dei dittatori africani e mediorientali, sono falsi e che qualcosa di tremendo sta succedendo; di conseguenza si è innamorato de Il Signore degli Anelli e di un tipo di letteratura, la letteratura fantasy appunto, indubbiamente localizzata in un tempo medioevale, l’epoca in cui la nostra civiltà è nata. La gente non ha letto Benedetto Croce, ma ha confusamente intuito che nel Medioevo ci sono le radici ed è lì che bisogna tornare. Nel Medioevo, e quindi nel fantasy, finalmente, si usa un linguaggio storico. E ci liberiamo del politicamente corretto. Ecco perché IL Signore degli Anelli è un successo mondiale.
5) Come ha fatto il cristianesimo a cambiare il cuore dei popoli europei prima ed extraeuropei dopo?
Ci è riuscito perché ha dato loro la Legge, il Decalogo di Mosè, senza cui non esisterebbe l’etica come noi la conosciamo e lo stesso concetto di responsabilità personale rischierebbe di perdersi. Ha dato loro soprattutto la certezza che tutto è stato compiuto da un fatto concreto, storico: Cristo è Dio incarnato. Nel cristianesimo, alla Legge si è aggiunta la compassione. E l’amore. Per Dio, per se stessi e per gli altri, come è spiegato nel Discorso della Montagna. Gli ultimi saranno i primi. Non è più necessario essere forti, come nelle religioni pagane, e belli e aristocratici, i vincitori o i discendenti dei vincitori. Non i re e non i saggi, ma coloro che hanno un cuore di fanciullo, sono quelli che capiranno e troveranno la libertà di obbedire. La libertà può essere di trasgredire, ma anche di obbedire. E sono due concetti opposti: l’obbedienza – passiva, malvissuta, subita -, e la libertà di obbedire – obbedisco perché lo voglio fare, provo gioia a farlo. Aiuto il povero, partecipo alla cerimonia non perché altrimenti ho paura dell’inferno, ma perché ne sono felice. Per la prima volta è stato detto: pace in terra agli uomini di buona volontà. Con buona pace dei laicisti marxiani radical liberal, nessun inquisitore, nessuna nefandezza di papa rinascimentale può scalfire tutto questo.
6) Qual è la causa della situazione attuale, in cui si nega quanto ha riportato?
Molte, ma possono essere rappresentate da tre sfide all’umano. Il razionalismo asfissiante alla Voltaire, che cercando di portare tutto sotto il controllo della dea ragione ha finito per cancellare il senso del mistero, dell’unicità e della irriducibile dignità della persona umana (frutto della tradizione ebreo-cristiana) e gettare le basi per i mali futuri, tra cui il razzismo. Poi, le ideologie dell’800, come il positivismo, il comunismo, che hanno causato la catastrofe dell’900. Ideologie che sono diventate le religioni atee del XX secolo: la bestiale perdita di spiritualità che ci ha portato la fisiognomica, l’eugenetica, il genocidio, il razzismo (ispirati, come spiegato nel saggio La realtà dell’orco dai salotti buoni del 700 francese, dall’illuminismo).
Tutte hanno avuto parvenza di scienza. Le religioni atee, una più dogmatica, più indimostrata indimostrabile dell’altra, l’entropia, la psicoanalisi freudiana ieri, il protocollo di Kyoto, l’ecologismo, il veganesimo, l’abortismo, il gender oggi, l’idea cioè che il sesso sia un’opinione, ci informano ossessivamente sulla mancanza di ogni speranza, sulla fine del mondo, sull’inutilità dell’uomo, sulla sua fluidità priva di connotati precisi ( né femmina né maschi per intenderci) e sulla bontà di animali e piante.
E ovviamente, il ’68. Oltre ad aver reso “pensiero radicale di massa” quanto è stato appena detto, è stata una cultura etnocidaria ha tolto al popolo occidentale qualsiasi fierezza di se stesso e della sua storia, così da prepararlo all’asservimento. Chi si vergogna di se stesso si lascia morire e si lascia asservire. Dietro la fantasia al potere c’era in realtà l’Unione Sovietica, dove la gente moriva di fame perché fiumi di denaro arrivassero agli uomini politici e agli intellettuali disposti a fare il loro meglio per distruggere le odiate democrazie e diventare anche loro un pezzo della dittatura del proletariato. L’Unione Sovietica nel frattempo è crollata, e l’Arabia Saudita è subentrata a raccattare e stipendiare i suoi disoccupati servi, trovandosi di fronte un continente in ginocchio sui ceci per le sue supposte colpe, che non si ritiene più in diritto di avere diritti. La gente ha amato il Signore degli Anelli e il fantasy perché sa che sono la sua salvezza. L’illuminismo, il marxismo, il ’68 sono tutte ideologie etnocidarie basate sul disprezzo e la criminalizzazione del Medioevo. Se l’Europa non tornerà ad essere una civiltà con delle radici culturali spirituali precise e forti, non sopravviverà. Restiamo affascinati dal misticismo di altre civiltà induista buddhista indiana hawaiana dopo che abbiamo distrutto il nostro. Ma quando la religione non ce l’ho perché l’ho buttata via, ai padri che hanno costruito uno Stato borghese ho sputato in faccia perché secondo la mia indimostrata e indimostrabile teoria io sono in grado di fare meglio, non mi restano che le religioni atee, i mostri del XX secolo. Avevamo il posto di Figlio di Dio e lo abbiamo dato via per essere un bambino in più all’orfanotrofio.
7) Le chiedo un un’ultima cosa: cosa potrebbe aiutarci a comprendere la base dei totalitarismi?
La geniale fiaba I vestiti nuovi dell’imperatore di Hans Christian Andersen. Che spiega come avviene la negazione della verità per consenso alla menzogna universale; il consenso a un totalitarismo, ma anche a mode deliranti, dolorose o pericolose. La neurobiologia ha accreditato e dimostrato la realtà racchiusa in questa narrazione. Il cervello umano addirittura cancella le realtà contrarie alle teorie che ha interiorizzato. Si tenga presente, inoltre, che le fiabe non sono qualcosa di infantile, anzi, sono una forma di conoscenza, un luogo dove la saggezza collettiva dei popoli ha riposto le sue intuizioni sul funzionamento della psiche umana.