Il dolore delle invisibili
Oggi parliamo delle invisibili, le madri dei bambini privati delle madri, che diventano appunto genitori ignoti e invisibili.
Ci sono molti uomini, cantanti, calciatori, persone più normalmente qualsiasi, che hanno preso la decisione, non ancora attuata pare, di far nascere un bambino e privarlo della madre perché lo amano. Ci sono vari tipi di amore, come donna e come madre, come medico che ha visto il dolore dei bambini senza madre, questo amore non mi sembra tra i migliori. Chi lo fa ritiene di essere talmente super come genitore da non avere nessun dubbio sulla sua capacità di fare il padre e di riempire la vita del bambino di un tale quantitativo di qualche cosa da fargli dimenticare di essere un senza madre, figlio di una donna che lo ha dato via. Noi che di dubbi ne abbiamo avuti e ne abbiamo a ogni istante ci congratuliamo con questi signori per la loro spettacolare mancanza di qualsiasi dubbio su se stesso e sul mondo, deve essere divertente vivere con una psiche come la loro, ma per un figlio è meglio un genitore che qualche dubbio ce l’abbia, e per essere ben certo di fare il meglio non improvvisi e non faccia esperimenti, usi i vecchi sistemi sperimentati per millenni, amare una donna, proteggerla, essere disposto a morire per lei, farsi amare al punto tale che lei accetti di diventare madre.
Nella migliore delle ipotesi la madre è una sola, una madre invisibile, nel caso più grave le donne invisibili sono due, quella che ha venduto gli ovuli e quella che ha venduto la gravidanza: in questo caso non c’è una madre.
E sono proprio queste donne a essere invisibili. Eggsploitation è il titolo del documentario sui danni, spesso irreversibili, a volte gravissimi e mortali che subisce il corpo di chi vende gli ovuli, che oltre a una serie di guai minori, può sviluppare la micidiale sindrome da iperstimolazione ovarica ( OHSS l’acronimo del nome inglese), causata da un aumento della permeabilità capillare e quindi si ha perdita di liquido con emoconcentrazione dentro i vasi e presenza di liquido dove non dovrebbe essercene: peritoneo, pleura, eccetera. Nei casi gravi abbiamo ascite e idrotorace massivo, insufficienza renale, fenomeni tromboembolici: il sangue troppo concentrato può formare dei trombi: ictus, infarto, trombosi periferiche con necrosi, coagulazione intravasale disseminata potenzialmente mortale. Non è detto che si instauri la sindrome da iperstimolazione, spesso è possibile cavarsela solo con un po’ di ritenzione idrica, di cellulite e con la perdita di ovuli, che sono contati, quindi ce ne saranno meno quando la donna vorrà avere figli, la vendita di ovuli favorisce la sterilità.
A questo si aggiungono le possibili complicanze dell’intervento chirurgico necessario a prelevare gli ovuli che sono dentro la cavità addominale quindi devono essere portati fuori con un intervento: lo chiarisco perché molti lo ignorano, intervento particolarmente gravato da emoperitoneo, sanguinamento interno, per la fragilità di vasi causata dagli estrogeni e un emoperitoneo può lasciare aderenze ( coliche addominali), può diventare una peritonite con conseguente chiusura delle tube da infiammazione e sterilità.
E poi c’è la depressione, il dolore dell’anima quando si realizza che ti sei venduta la tua discendenza, i tuoi cromosomi: quello che geneticamente è il tuo bambino, che avrà la tua fossetta, il tuo sorriso, finirà in mano a chi? Le cliniche delle gravidanze per altri non controllano nulla: chiunque può fabbricarsi un figlio, un bambino senza madre. Innestare la gravidanza non è indolore, c’è un altissimo numero di aborti precoci, un discreto numero di aborti tardivi, parti prematuri. E poi ci sono tutte le complicazioni della gravidanza e del parto, no spontaneo, ma cesareo, perché deve essere fatto nel giorno preciso in cui il “padre” viene e ritirare il figlio tanto amato. Il primo gesto di amore di un padre per il figlio è amare sua madre, il primo gesto è proteggere il legame madre figlio.
Questa pratica non è meno ripugnante se la committente è una donna.
E poi? Cosa succede a questi bimbi?
Uno studio del sociologo Mark Regnerus, dell’Università del Texas, pubblicato sulla rivista scientifica Social Science Research, ha esaminato il benessere fisico, psicologico e sociale di ragazzi con genitori (uno o entrambi) omosessuali: ci sono differenze e molte rispetto a che ha avuto padre e madre. Contrariamente a ricerche precedenti, sono stati interpellati direttamente i figli ormai adulti, tra i 18 e i 39 anni, e contrariamente a ricerche precedenti il campione era costituito da quasi tremila.
Queste persone pensano di più al suicidio (12 per cento contro il 5 per cento dei figli di coppie regolari), sono più propensi al tradimento (40 per cento contro il 13 per cento), sono più spesso disoccupati (28 per cento contro l’8 per cento) e in una percentuale superiore (19 per cento contro l’8 per cento) sono in terapia psicologica. Inoltre nel 40 per cento dei casi hanno contratto una patologia trasmissibile sessualmente (contro l’8 per cento dei figli di coppie normali). Pare infine che siano genericamente meno sani, più poveri e più inclini al fumo e alla criminalità.
Per chi conosce l’inglese ( il libro non è ancora stato tradotto in italiano) vale la pena di leggere Ephthah’s Daughters – Innocent Casualties in the War for Family “Equality” (Le figlie di Iefte – Vittime innocenti nella guerra per la famiglia egualitaria), curato da Robert Oscar Lopez e Rivka Edelman, che racconta cosa vuol dire essere figli di un genitore che ha negato l’altro e lo ha reso invisibile. Molti di questi figli non negano di avere avuto genitori amorevoli, i loro genitori gay lo sono stati, ma affermano che non è stato sufficiente a creare equilibrio. Raccontano del loro dolore invisibile, che non potevano raccontare per non destabilizzare i loro già fragili genitori, e per non attirarsi feroci accuse di omofobia.
Riporto le parole di una lettera scritta da alcuni di Loro a Dolce e Gabbana, quando furono attaccati da tutti
L’amore non basta.
Cari Dolce e Gabbana,
Saluti dagli Stati Uniti. I sei firmatari di questa lettera sono stati tutti cresciuti da genitori gay o lesbiche. Cinque di noi sono donne e uno è un uomo bisessuale, che hanno tutti cresciuto i loro figli con partner del sesso opposto. Vogliamo ringraziarvi per aver dato voce a quanto abbiamo appreso dall’esperienza: ogni essere umano ha una mamma e un papà ed eliminare uno dei due dalla vita di un bambino significa privarlo della dignità, dell’umanità e dell’uguaglianza.
Sappiamo che i genitori gay possono essere amorevoli, dal momento che li abbiamo e ci hanno amati. Tuttavia, noi tutti abbiamo fatto esperienza diretta del duro contraccolpo che segue quando la visione dominante dei genitori gay, come universalmente positiva, viene messa in discussione. Sappiamo che sarete sottoposti a una pressione tremenda, specialmente ora che sia l’Italia sia gli Stati Uniti stanno cominciando a spingere affinché gli interessi per la difesa dei nostri diritti ad avere una madre e un padre siano censurati, al fine di soddisfare una potente lobby gay.
Nessuno riceve attacchi tanto feroci dalla lobby come coloro che appartengono alla comunità gay e metto in discussione le sue politiche: i figli delle coppie gay tanto quanto gli uomini gay che li difendono (come voi due).
Molto probabilmente tanti nella comunità internazionale proveranno a cancellare i vostri programmi, a censurare le vostre campagne pubblicitarie e a distruggere mediante il web la vostra reputazione. Ma avete dimostrato a voi stessi di essere estremamente coraggiosi. E ci avete ispirato mentre ci prepariamo tutti e sei a inviare lettere contro il matrimonio gay alla Corte Suprema degli Stati Uniti .
Vogliamo lodare il vostro coraggio e ringraziarvi per l’ispirazione che siete. Ma vi imploriamo anche di non arrendervi quando la reazione crescerà d’intensità. Se tornerete indietro e vi scuserete per quanto avete detto, renderete ancora più vulnerabili e discreditati i bambini che vivono nelle case gay. Per il nostro bene, così come per quello di tutti i bambini italiani, è importante che non vi scusiate né che vi arrendiate. Sostenente invece l’idea che tutti i bambini hanno bisogno di crescere uniti alle proprie madri e i propri padri. Si tratta di un diritto umano.
Se in qualsiasi modo possiamo aiutarvi, per favore, fatecelo sapere. Non siamo tutti cristiani ma vogliamo inviarvi la nostra benedizione, promettendovi che d’ora in poi saremo acquirenti di Dolce&Gabbana.
Heather Barwick, collaboratrice del Federalist
Rivka Edelman, coautrice of “Jephthah’s Daughters: Innocent Casualties in the War for Family Equality”
Katy Faust, scrittrice di asktheBigot
Robert Oscar Lopez, coautore di “Jephthah’s Daughters: Innocent Casualties in the War for Family Equality”
Denise Shick, autrice di “My Daddy’s Secret”
Dawn Stefanowicz, autrice di “Fuori dal buio: La mia vita con un padre gay”