Albinismo
L’ albinismo (dal latino albus, “bianco”) è una anomalia congenita consistente nella totale o parziale deficienza di pigmentazione melaninica nella pelle, nell’iride e nella coroide, nei peli e nei capelli causata da un’assenza o un difetto dell’enzima tirosinasi, enzima coinvolto nella sintesi della Melanina; è considerato l’opposto del “melanismo“.
L’albinismo è il risultato di un’ereditarietà autosomica recessiva ed è noto per la sua incidenza su tutti i vertebrati, incluso l’uomo, un individuo affetto da questo difetto enzimatico è definito albino, mentre un individuo che presenti una quantità di melanina ridotta ma non completamente assente è detto albinoide (da Wikipedia)
L’albinismo è la caratteristica fisica più perseguitata, le persone affette da albinismo sono fisicamente massacrate. In molte nazioni dell’Africa esistono stregoni che sostengono di poter creare talismani porta fortuna fatti con parti del corpo di una persona affetta da albinismo, e che maggiore è la sofferenza e dolore prova la vittima, maggiore sarà il potere magico del talismano. Gli albinos hunter, cacciatori di albini possono guadagnare cifre enormi. Da noi gli albini non nascono quasi più.
La bianchezza di Moby Dick ossessiona il capitano Achab e il mondo: per il solo fatto di avere la pelle bianca, l’albino suscita timore, o forse solo stupore, ma nel dubbio meglio sopprimerlo.
Charles Davenport, genetista degli anni 20, che era un povero zotico, propose la sterilizzazione forzata dei soggetti albini. Noi che siamo politicamente corretti e buoni non oseremmo mai pensare a una simile barbarie e affidiamo tutto all’amniocentesi e a un buon aborto al quinto mese, quando i fasci spino talamici sono in perfetto stato e quindi la capacità di provare il dolore della morte è perfettamente integra.
La persona albina non può fare il bagnino e nemmeno l’alpinista, ha una maggiore predisposizione ad alcune malattie oculari e al cancro della pelle, in compenso può prendere un premio Nobel o anche due.
E soprattutto può avere una vita piena e felice, come Luca Fiorito, docente universitario, albino, fratello di un albino e figlio di una madre e di un padre saggi che mai avrebbero condannato a non nascere i loro bimbi solo per il colore della pelle.
La persona albina può molto facilmente correggere il suo aspetto, il suo maggiore handicap, a meno che non decida di tenerlo e giocare al re degli elfi o alla principessa delle nevi.
Ogni persona albina che gira per le strade trovandole sempre vuote dei suoi simili ne ricava l’informazione che, per molti, l’albino è una persona che non sarebbe dovuto nemmeno nascere. Un’informazione tremenda.
L’esercito dei paladini del politicamente corretto non si occupa di albini. In compenso pretende l’abolizione della parola madre e padre per evitare che coloro che non lo sono ci restino male, pretende l’abolizione delle parole donna incinta a favore di persona incinta perché tutti i non donna potrebbero essere seccati dal fatto che si ricordi loro la mancanza dell’utero in maniera così scortese.
I politicamente corretti non fiatano: potrebbero pretendere l’abolizione delle pubblicità degli abbronzanti o del fondotinta, sarebbe infinitamente più giusto del chiedere l’abolizione della parola madre o del pretendere un pronome neutro al posto di lei e lui.
Esistono molte associazioni di persone albine, che difendono il loro diritto alla vita, pre e post natale. Salviamo Moby Dick.
Aspettate un bimbo o una bimba che avrà pelle occhi e capelli molto chiari? Sarà il re degli elfi o la regina delle nevi. Potrebbe avere problemi agli occhi? Nel caso se la caverà lo stesso, i suoi problemi , sempre che ci siano, saranno ben meno gravi di quelli di Omero. Se l’è cavata Omero. Se la caverà anche lui o lei.
Salviamo Moby Dick, perché un popolo che distrugge i suoi diversi è un popolo che si è condannato a morte. Chi non crede nella vita, non sopravvive.
L’accettazione della malattia, l’accettazione del dolore è un elemento della vita, senza la quale la vita muore. Il terrore del dolore è alla base dell’aborto eugenetico: è albino, potrebbe non essere accettato, potrebbe soffrire, meglio la morte al rischio della sofferenza.
Salviamo Moby Dick e mettiamo nelle cliniche ginecologiche la voce di Luca Fiorito, che ripete: non abbiate paura, il vostro bimbo albino potrà essere felice.
Salviamo Moby Dick e quelli che pretendono di abolire le parole padre e madre, lui e lei perché qualcuno potrebbe sentirsi discriminato, leviamoli dalla nostra vita politica e per sempre.
Non sono buoni: per salvare gli albini non hanno mai fatto nulla. Non sono compassionevoli: hanno scelto la scorciatoia di fingersi misericordiosi per abbattere i diritto più elementari: il diritto alla parola madre, padre, lei lui.
Salviamo Moby Dick e già che ci siamo anche il diritto ad avere padre e madre.